Globetrotter per lavoro e per passione grazie ad AlmaLaurea

Mario Marozzi lavora a Bogotà nel settore petrolifero: “Il mio curriculum è stato selezionato nel database di AlmaLaurea da un’azienda del settore oil & gas, da quella prima esperienza è iniziata la carriera che mi ha portato in giro per il mondo”.

Mario Marozzi, classe 1981, lavora come Senior Finance Professional a Bogotá in Colombia. Il suo percorso professionale in ambito finanziario è iniziato a fine 2007, a pochi mesi dalla conquista del titolo magistrale in Amministrazione e direzione aziendale. “AlmaLaurea mi ha messo in contatto con un’azienda del settore oil & gas. Da quella prima esperienza è iniziato il percorso lavorativo che mi ha portato in giro per il mondo, dal Kazakistan alla Malesia, e ora in Sud America”. Il suo curriculum vitae è stato selezionato nel database di AlmaLaurea, una banca dati da 2,5 milioni di CV, utilizzata da oltre 11.000 aziende che cercano laureati da assumere.

Qual è stato il tuo percorso formativo? “Mi sono laureato nel 2004 al corso triennale in Economia e Management dell’Università G. D’Annunzio di Pescara. Erano i primi anni di avvio della riforma del 3+2, pertanto i percorsi specialistici non erano molti. Così ho deciso di proseguire gli studi e di trasferirmi a Parma dove ho optato per la magistrale in Amministrazione e Direzione aziendale. Al termine del percorso ho compilato il questionario AlmaLaurea e ho compilato il CV non sapendo a cosa mi avrebbe portato”.

Com’è avvenuto il tuo primo ingresso nel mercato del lavoro?  “Subito dopo la magistrale ho iniziato a lavorare con la Fondazione Aristide Merloni. Pochi mesi dopo sono stato contattato da un’azienda italiana con sede a Pesaro che opera nel campo della progettazione per il settore oil & gas. La chiamata mi ha colto di sorpresa dal momento che non mi ero candidato per nessuna posizione. Sono stati loro a selezionare il mio curriculum vitae tra quelli presenti nel database di AlmaLaurea. Da lì è iniziato il mio percorso professionale che mi ha portato in giro per il mondo. Quest’anno avrò lavorato all’estero da ben dieci anni”.

Di che cosa ti occupavi quando hai iniziato? “Sono partito alla volta del Kazakistan a inizio 2008, a soli 26 anni, per lavorare come assistente in ambito Finance. Non avevo nessuna esperienza lavorativa pregressa, mi piaceva viaggiare, conoscevo l’inglese ed ero disposto a trascorrere un’esperienza lontano da casa, consapevole che poteva durare mesi o forse anni. Era l’occasione che stavo cercando: ho accettato la proposta nonostante il guadagno fosse modico. L’obiettivo era di maturare un’esperienza professionale all’estero”.

Per quanto tempo sei rimasto in Kazakistan? “Poco più di cinque anni. Dopo questa esperienza, sono stato assunto da un’azienda con sede a Ravenna, che si occupa di progettazione, ingegneria, fabbricazione, installazione e servizi di assistenza per una vasta gamma di settori industriali sempre nell’ambito dell’oil & gas. Con loro ho lavorato per più di tre anni nel ruolo di finance controller. Nel 2012 mi ha chiamato la Nabors Industries, multinazionale americana quotata a Wall Street, leader nel campo della perforazione onshore. Sono rimasto in Kazakistan un altro anno e mezzo come finance & administration manager. Poi sono partito per  Kuala Lumpur dove per tre anni ho gestito i mercati del Sud Est Asiatico, Australia e Papua Nuova Guinea per conto della Nabors”.

Oltre alla laurea quali competenze ti sono state utili per entrare nel mondo del lavoro? “La conoscenza della lingua inglese e le esperienze lavorative internazionali mi hanno permesso di maturare competenze relazionali, comunicative e comportamentali importanti che si sono rivelate molto utili nella mia vita non solo professionale, ma anche personale.  Quando sono entrato nel mondo del lavoro, oltre al titolo di studi, avevo alle spalle due soggiorni in Inghilterra, realizzati dopo il diploma, e uno più importante svolto in America al termine della triennale. Sono scelte che sento di consigliare a molti giovani laureati che stanno per entrare nel mondo del lavoro perché ti permettono di acquisire una mentalità più aperta e disposta al confronto con culture e persone diverse”.

Oggi lavori sempre per la medesima compagnia ma in Colombia: come mai hai scelto di trasferirti in Sud America? “La Nabors mi ha promosso ad un ruolo regionale e mi ha trasferito in Colombia, mercato che rappresenta per l’azienda il secondo paese al mondo per fatturato nell’ambito delle perforazioni petrolifere. Il trasferimento mi ha portato quindi per la seconda volta, dopo la Malesia, ad un avanzamento di carriera. Oggi in azienda sono il secondo finance & administration manager per responsabilità a livello mondiale. Gestisco 21 persone tra Colombia, Ecuador e Messico e un volume di affari di 500 milioni di euro l’anno. Questa azienda mi ha offerto un’altra grande occasione: viaggio moltissimo in diversi Paesi dell’America Latina”.

Pensi di tornare in Italia? “Al momento non penso di rientrare: sono felice e soddisfatto della mia scelta. Uscire dall’Italia mi ha dato moltissimo. Oggi in Italia verrei considerato troppo giovane per lavorare come manager. In Malesia ho conosciuto mia moglie, anche lei italiana, all’epoca lavorava per l’Unione Europea: con lei ho creato una famiglia. Sono cresciuto professionalmente e ho avuto l’opportunità di valorizzare le mie capacità. Certo, mi mancano i parenti e le amicizie, ma restiamo sempre in contatto: torniamo spesso in Italia per le vacanze e i nostri cari vengono a trovarci in giro per il mondo quando ne hanno l’occasione”.

Che consigli ti senti di dare ai giovani che stanno per entrare nel mondo del lavoro?
“Ovviamente direi, iscrivetevi ad AlmaLaurea, può offrirvi delle interessanti opportunità. Ciò detto, siate aperti, non smettete mai di studiare e di apprendere, di mettervi in gioco. Imparate le lingue e viaggiate. Cogliete le occasioni lavorative, anche se inizialmente poco remunerative. All’estero si cresce molto in fretta, poiché il merito e l’impegno vengono maggiormente premiati. Crescete robusti restando flessibili, senza mai pensare di aver raggiunto il traguardo. Diceva Martin Luther King: non hai bisogno di vedere l’intera scalinata. Inizia semplicemente a salire il primo gradino”.

 

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