Diplomati 2018 tra programmi di alternanza scuola-lavoro e orientamento

Indagine sul Profilo dei Diplomati 2018 di AlmaDiploma e AlmaLaurea: soddisfazione elevata per le esperienze di stage durante i percorsi di alternanza scuola-lavoro e per le attività di orientamento, ma il 33,8% cambierebbe indirizzo.

È stata presentata oggi in occasione del XVI Convegno nazionale AlmaDiploma, “Orientare e (È) Educare – Percorsi, strumenti e nuove strategie di continuità”, l’Indagine sul Profilo dei Diplomati 2018 di AlmaDiploma e AlmaLaurea.

L’Indagine rileva le caratteristiche di studio, i giudizi sul proprio percorso scolastico e le prospettive di oltre 46mila diplomati a luglio 2018 di 292 Istituti scolastici aderenti ad AlmaDiploma, in particolare di Lazio, Lombardia, Emilia-Romagna, Trentino Alto-Adige, Toscana, Liguria e Puglia e approfondisce il tema dell’orientamento degli studenti della scuola secondaria di II grado, le loro scelte su università e mondo del lavoro e gli strumenti a disposizione degli Istituti per guidarli. Si tratta in particolare di diplomati liceali (54,0%), seguiti dai tecnici (35,2%) e professionali (10,8%). I percorsi più frequentati sono il liceo scientifico (22,7%), il tecnico tecnologico (17,8%) e il tecnico economico (17,5%).

I diplomati di cittadinanza estera rappresentano il 6,1%, in particolare originari di Paesi quali Romania (22,2%), Albania (14,1%) e Marocco (8,8%). Dall’Indagine emerge che i diplomati di cittadinanza estera sono più presenti nei percorsi professionali (12,8% rispetto al 7,7% dei tecnici e al 3,6% dei liceali).

 

LA RIUSCITA NELLA SCUOLA SECONDARIA DI II GRADO

Il voto medio di diploma è 77,7 su 100 (è 79,6 nei licei, 75,9 negli indirizzi tecnici e 73,6 nei professionali). Chi ottiene i risultati massimi – 100 o 100 e lode – è il 7,1%. I bravi (da 91 a 99 su 100) rappresentano il 9,5%. Il 50,2% ottiene un voto medio (da 71 a 90 su 100). Chi supera l’esame di stato con voti bassi (60-70 su 100) è il 33,2%. Nel 2018, quasi 9 diplomati su 10 hanno conseguito il titolo di studio senza ripetenze. Nei licei questa percentuale arriva al 93,1%, mentre scende all’86,3% negli indirizzi tecnici e all’81,9% nei percorsi professionali.

 

IL CONTESTO SOCIO-FAMILIARE

L’Indagine conferma la relazione fra contesto familiare di provenienza e scelta del tipo di scuola secondaria di II grado.

Ancora oggi, la quota di diplomati con genitori in possesso di titoli di laurea è massima fra chi ha frequentato i licei classici (62,0%) e scientifici (43,9%), si riduce fra gli istituti tecnici (16,9% tecnico tecnologico e 14,8% tecnico economico) e i professionali (dall’11,0% del professionale per i servizi all’8,9% del professionale per l’industria e l’artigianato). Analogamente gli indirizzi liceali classici e scientifici si caratterizzano per una forte presenza di studenti di estrazione elevata (49,3% e 35,5% rispettivamente) e una sotto-rappresentazione dei figli delle classi meno avvantaggiate (9,6% per i primi e 13,8% per i secondi).

L’ambiente familiare influenza quindi le scelte degli studenti e - come rileva AlmaDiploma - questo accade non solo in merito alla scelta del percorso di scuola secondaria di II grado, ma esercita un peso determinante già sulla riuscita nella scuola secondaria di I grado.

Fra i diplomati nel 2018, il 14,3% dei ragazzi con almeno un genitore laureato aveva concluso la scuola secondaria di I grado con “10 o 10 e lode”; questa percentuale si riduce all’8,6% fra i figli di genitori con al più il diploma di maturità e al 4,4% fra i figli di genitori con grado di istruzione inferiore. Analogamente, chi ha genitori di estrazione sociale elevata ottiene “10 o 10 e lode” nel 10,7% dei casi, mentre chi proviene da famiglie meno avvantaggiate raggiunge il massimo dei voti solo nel 6,4% dei casi.

Non stupisce pertanto, come mostra per la prima volta l’Indagine 2018 di AlmaDiploma, che i diplomati attribuiscano particolare importanza al ruolo che i genitori esercitano sulla scelta del loro percorso scolastico. Tra genitori, altri familiari, parenti o conoscenti, compagni o amici e insegnanti di scuola secondaria di I grado risulta che i pareri dei genitori sono stati considerati rilevanti dal 61,3% dei diplomati (il 22,2% li ritiene decisamente rilevanti e il 39,1% moderatamente rilevanti); seguono quelli dei docenti della scuola secondaria di I grado (42,1%). Se il grado di rilevanza dei genitori è sostanzialmente omogeneo tra i tre tipi di diploma, gli insegnanti di scuola secondaria di I grado sono stati ritenuti più importanti nella scelta dell’indirizzo di studio dai diplomati liceali (46,4%). Inoltre, i genitori influenzano maggiormente le scelte dei figli se sono in possesso di una laurea (il 67,5% dei diplomati con genitori laureati dichiara che i propri genitori hanno avuto un ruolo rilevante rispetto al 55,9% di chi ha genitori con titoli inferiori al diploma) e quando ricoprono posizioni professionali di alto livello (65,7% rispetto al 56,3% di chi svolge un lavoro esecutivo).

 

LE ESPERIENZE DI STUDIO ALL’ESTERO

Le esperienze di studio all’estero durante gli studi accrescono le competenze linguistiche e facilitano l’accrescimento esperienziale e personale: non è un caso quindi che siano considerate dai giovani un valore aggiunto importante del proprio percorso didattico.

I dati dell’Indagine sul Profilo dei diplomati mostrano che il 32,9% degli studenti ha compiuto esperienze di studio all’estero. Queste esperienze di studio sono diffuse tra i diplomati del liceo linguistico (66,3%), seguiti dal liceo classico (43,9%), dal liceo scientifico (36,3%), dal tecnico economico (33,5%). Negli altri indirizzi la mobilità all’estero non raggiunge il 30%.

I Paesi di destinazione più frequenti sono il Regno Unito (37,3% delle esperienze), l’Irlanda (16,0%), la Spagna (11,2%), la Francia (7,2%) e la Germania (5,6%). Per la mobilità extrascolastica, che quasi sempre oltrepassa -in termini di durata- la settimana, il Regno Unito è, ancora più nettamente, il primo Paese di destinazione (con il 44,2% delle esperienze), seguito dall’Irlanda (17,1%) e dagli Stati Uniti (13,7%).

Come accennato, le esperienze all’estero accrescono le competenze linguistiche possedute dagli studenti. In particolare, dal Rapporto emerge che l’inglese è la lingua straniera più diffusa tra i ragazzi: il 71,7% dei diplomati dichiara di avere una conoscenza dell’inglese scritto di livello B1 o superiore. Quota che varia in funzione del percorso di studio: per i liceali è pari al 78,8% (arriva al 92,2% nei licei linguistici), per i tecnici al 68,9%, per i professionali al 44,6%. La conoscenza scritta dello spagnolo, del francese e del tedesco è decisamente più contenuta rispetto alla lingua inglese: i diplomati con conoscenza di livello B1 o superiore sono rispettivamente il 19,9%, il 16,5% e l’8,7%.

Il Rapporto mostra inoltre che il 34,0% dei diplomati ha conseguito diplomi attestanti le proprie competenze linguistiche (PET, First Certificate, TOEFL…). Queste certificazioni sono più diffuse nel liceo linguistico, 65,5%, nel liceo classico, 55,6%, e nel liceo scientifico, 43,8%; sono decisamente meno diffuse negli altri indirizzi, dove coinvolgono meno di un terzo dei diplomati.

 

L’ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO

L’Indagine AlmaDiploma rileva che all’interno dei programmi di alternanza scuola-lavoro, definitivamente entrati a regime nella totalità dei programmi scolastici, le attività più diffuse sono gli stage (81,5%); seguono le attività di formazione sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro (42,6%) e l’impresa formativa simulata (21,6%). Un altro 17,1% dichiara di avere svolto altre attività di alternanza scuola-lavoro, tra le quali guide turistiche e museali, bibliotecari, educatori, tutor e partecipazioni a laboratori e workshop tematici.

- Gli stage (81,5%) sono di gran lunga l’attività più diffusa. La quasi totalità dei diplomati professionali e tecnici dichiara di averne svolto uno nel triennio conclusivo (97,5% e 94,7% rispettivamente), mentre tra i liceali la quota raggiunge il 69,6%. L’Indagine mette in evidenza la coerenza tra l’indirizzo di studio e il settore nel quale l’attività di stage si è realizzata: i liceali svolgono queste attività prevalentemente nei settori servizi culturali, ricreativi e sportivi (22,8%) e istruzione (17,4%); i tecnici in misura maggiore nei settori informatico, ricerca e servizi alla imprese (21,9%) e attività manifatturiere e costruzioni (20,2%); i professionali nei settori alberghi e ristoranti (24,6%) e attività manifatturiere e costruzioni (15,3%). Il 27,9% dei diplomati ha svolto esperienze di breve durata, entro le 80 ore; mentre il 16,1% attività di durata intermedia (81-150 ore) e il 50,3% di lunga durata (oltre 150 ore). Le attività di lunga durata sono più frequenti proprio dove lo stage è più diffuso: nei professionali, infatti, i tre quarti di queste esperienze (75,8%) superano le 150 ore, contro il 65,7% nei tecnici e il 29,5% nei licei.

Lo stage è considerato dai giovani un’esperienza molto positiva: i dati mostrano infatti che la soddisfazione è maggiore proprio dove è più diffusa, soprattutto tra gli indirizzi professionali e tecnici.

Nella grande maggioranza dei casi gli studenti che l’hanno svolta hanno dichiarato che:

  • i compiti sono stati assegnati in modo chiaro (88,7%; percentuale che sale al 91,4% tra i professionali);
  • è stata organizzata efficacemente (82,6%; percentuale che sale all’89,0% tra i professionali);
  • è risultata utile, più in generale, per la formazione (77,2%; percentuale che sale al 91,6% tra i professionali);
  • le attività di tutoraggio aziendale (77,6%) e scolastico (64,4%) sono risultate soddisfacenti, percentuali che salgono rispettivamente all’86,1% e al 79,5% tra i professionali;
  • è risultata coerente con le discipline scolastiche (66,2%; percentuale che sale all’84,4% tra i professionali).

- Le attività di formazione sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro (42,6%) sono più frequenti tra i liceali (46,3%) e i tecnici (41,3%), meno tra i professionali (27,8%). Il 71,7% dei diplomati che le hanno svolte le hanno ritenute utili e il 69,8% interessanti; i giudizi positivi sono particolarmente concentrati tra i professionali (rispettivamente il 93,8% e il 91,0%); tra i diplomati tecnici l’attività di formazione è ritenuta utile dall’85,1% e interessante dall’81,5%, mentre i liceali sono più critici: il 61,2% di loro ne riconosce l’utilità e il 60,3% la ritiene interessante.

- L’impresa formativa simulata ha interessato poco più di un diplomato su cinque (21,6%): è più diffusa nei licei (23,7%) e nei tecnici (22,0%), mentre ha riguardato solo il 10,1% dei professionali.

- Le altre attività di alternanza scuola-lavoro (17,1%) sono più diffuse nei percorsi liceali (24,4%), meno nei percorsi tecnici (9,3%) e professionali (6,2%). Nei licei tali attività, prevalentemente svolte nell’ambito dei servizi culturali e ricreativi, sono maggiormente variegate rispetto agli altri percorsi scolastici.

“E’ interessante rilevare - precisa Mauro Borsarini, Presidente dell’Associazione AlmaDiploma - come la generale e complessiva soddisfazione per i percorsi di alternanza scuola lavoro testimoni, da un lato, come questa attività sia ormai consolidata e radicata nell’offerta formativa delle Istituzioni Scolastiche di II grado, in particolare negli indirizzi tecnici e professionali dove l’alternanza era già prevista nei piani di studio, opzionale o istituzionale, ben prima della Legge 107, e dall’altro come l’obbligatorietà estesa anche ai Licei non abbia indebolito il percorso ma anzi abbia consentito un aumento delle tipologie e una differenziazione delle attività e delle metodologie, estendendole anche ai servizi ricreativi e culturali e centrandole sempre di più sull’acquisizione di competenze trasversali spendibili in qualsiasi contesto, non solo lavorativo”.

Fra gli studenti che hanno svolto un’attività di alternanza scuola-lavoro il 12,4% ne ha trascorso all’estero almeno una parte. Tale quota varia dal 7,0% dei professionali, all’11,8% dei tecnici e al 13,9% dei licei.

Il 17,0% dei diplomati che hanno svolto un’attività di alternanza scuola-lavoro dichiara di averla svolta esclusivamente in orario scolastico, dato che oscilla tra il 14,2% per i liceali, il 19,3% dei tecnici e il 24,1% dei professionali. All’opposto, il 10,2% dei diplomati svolge tale attività solamente durante la sospensione delle attività didattiche.

Le attività di alternanza scuola-lavoro si concentrano prevalentemente nella classe quarta per tutti i percorsi di studio. Il 67,9% dei diplomati professionali svolge questa esperienza durante tutto il triennio conclusivo, mentre tale quota scende al 57,9% tra i tecnici e al 50,1% tra i liceali.

Al 33,7% dei diplomati che hanno svolto un’attività di alternanza scuola-lavoro è stato attribuito un voto ad una o più discipline scolastiche, percentuale che sale al 57,9% tra i professionali e scende al 38,4% tra i tecnici e al 25,8% tra i liceali.

 

CITTADINANZA E COSTITUZIONE

A seguito dei recenti processi di riforma della scuola, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha introdotto un nuovo insegnamento, denominato Cittadinanza e Costituzione, sia nella scuola dell’infanzia e del primo ciclo sia in quella del secondo ciclo. L’insegnamento Cittadinanza e Costituzione raccoglie gli obiettivi e le conoscenze una volta compresi nell’insegnamento dell’Educazione civica e ha l’obiettivo di costruire più ampie competenze di cittadinanza, rispetto agli obiettivi del tradizionale insegnamento di Educazione civica.

Le competenze di cittadinanza sono comprese tra quelle di base che tutti gli studenti, di ogni percorso di istruzione, devono raggiungere al termine del biennio dell’obbligo, a sedici anni.

Nell’Indagine 2018 AlmaDiploma ha rilevato per la prima volta quanti diplomati hanno trattato gli argomenti di Cittadinanza e Costituzione e, tra loro, la quota di chi li ha ritenuti utili per la propria vita quotidiana e l’eventuale prosecuzione degli studi. Gli argomenti più trattati tra i diplomati di scuola secondaria di II grado riguardano la Costituzione Italiana (affrontata dall’80,2% dei diplomati), il tema dei diritti umani (79,3%) e dell’educazione alla legalità (78,0%). Seguono gli insegnamenti riguardanti il dialogo interculturale (74,8%), l’educazione ambientale (74,4%) e la cittadinanza europea (70,3%). La soddisfazione per l’utilità di questi temi tra coloro che li hanno affrontati è generalmente elevata, in particolare tra i diplomati professionali e tecnici.

Gli argomenti ritenuti più utili dai diplomati sono i diritti umani (83,0%, è l’80,2% tra i liceali, l’84,4% tra i tecnici, raggiunge l’89,7% tra i professionali) e l’educazione alla legalità (80,4%; 76,3% tra i liceali, 83,6% tra i tecnici, raggiunge l’85,9% tra i professionali), mentre al contrario la cittadinanza europea si ferma al 70,8% di gradimento (64,9% tra i liceali, 75,3% tra i tecnici, 76,4% tra i professionali).

 

LE OPINIONI SULLA SCUOLA FREQUENTATA E I “PENTITI”

Il 79,1% dei diplomati si dichiara in generale piuttosto soddisfatto della propria esperienza scolastica. Le opinioni sono risultate favorevoli anche nei confronti degli insegnanti, apprezzati particolarmente per la loro preparazione. Il 78,5% dei diplomati è soddisfatto della loro competenza, il 72,6% della disponibilità al dialogo, il 72,5% della chiarezza espositiva e il 62,8% è soddisfatto della loro capacità di valutazione. Le migliori valutazioni sono state espresse a proposito dei rapporti con gli altri studenti, ritenuti soddisfacenti dall’87,7% dei diplomati. Meno apprezzate sono risultate le infrastrutture, per l’adeguatezza delle aule (ritenute soddisfacenti dal 56,5% degli studenti), per i laboratori (56,2%), per gli impianti e le attrezzature sportive (54,9%).

Resta vero che sebbene i diplomati siano generalmente soddisfatti dei vari aspetti dell’esperienza scolastica, una quota importante di loro al termine del percorso formativo è “pentito” della scelta compiuta a 14 anni.

Il Rapporto mostra infatti che se tornassero ai tempi dell’iscrizione alla scuola secondaria di II grado, mentre 54 diplomati su cento ripeterebbero lo stesso corso, 34 diplomati su cento frequenterebbero un indirizzo diverso (8 sceglierebbero un diverso indirizzo/corso della propria scuola e 26 cambierebbero sia scuola che indirizzo); infine 12 ripeterebbero il corso ma in un’altra scuola.

La quota dei diplomati che cambierebbe corso e/o scuola è più elevata tra i professionali (50,7%), seguiti dai tecnici (46,2%), e dai liceali (44,9%). È interessante esaminare le ragioni espresse dai diplomati che cambierebbero corso e/o scuola: il 41,0% lo farebbe principalmente per studiare materie diverse, il 18,5% per compiere studi che preparino meglio al mondo del lavoro (quota che sale addirittura al 27,2% tra i professionali), il 18,1% per compiere studi più adatti in vista dei successivi studi universitari.

 

L’IMPORTANZA DELL’ORIENTAMENTO

La scelta del percorso di scuola secondaria di II grado avviene notoriamente in un momento molto delicato nel corso del quale i ragazzi non sempre hanno maturato con chiarezza e consapevolezza una decisione coerente con le proprie attitudini.

Per queste ragioni AlmaDiploma, in collaborazione con il Consorzio interuniversitario AlmaLaurea e con il Dipartimento di Scienze dell‘Educazione dell’Università di Bologna, ha sperimentato un nuovo strumento, almamedie, per educare e sostenere la scelta degli allievi della scuola secondaria di I grado verso la scuola secondaria di II grado; lo strumento, ora operativo, è sostenuto da un percorso di formazione riservato a docenti, studenti e genitori e ha visto coinvolti in questa fase sperimentale circa 4.000 studenti.

 

Orientamento post-diploma: La Mia Scelta & AlmaOrièntati

Alla vigilia del diploma, la quota di disorientati, ossia coloro che sono molto incerti sul proprio futuro formativo e professionale, è pari al 14,0%. Percentuale che è più elevata tra i tecnici (21,1%) e professionali (22,5%) rispetto ai liceali, assai distanziati: solo il 7,7%.

Dalla lettura dei risultati dell’Indagine è evidente come gli strumenti di orientamento alle scelte post-diploma possano giocare un ruolo decisivo ed essere determinanti, ad esempio, nel prevenire abbandoni degli studi, delusioni e insuccessi all’interno del nostro sistema universitario. I dati mostrano che oltre la metà dei diplomati indagati (52,0%) è soddisfatto delle attività di orientamento realizzate all’interno dei percorsi scolastici. Soddisfazione che varia a seconda dei percorsi scolastici intrapresi: in particolare, il gradimento cresce tra i diplomati degli Istituti tecnici (58,3%) e scende tra quelli professionali (54,9%) e liceali (47,3%). Il Rapporto mostra inoltre come, indipendentemente dal titolo di diploma conseguito, la soddisfazione espressa dagli studenti sui servizi di orientamento sia più elevata tra quanti scelgono di indirizzarsi verso il mondo del lavoro (60,0%) e scenda al 49,8% tra coloro che intendono proseguire gli studi.

In questi anni AlmaDiploma ha integrato AlmaOrièntati all’interno di un percorso di orientamento più strutturato che si sviluppa durante gli ultimi due anni di studio. AlmaOrièntati è un percorso online nato grazie alla collaborazione di un team di psicologi, sociologi, statistici e informatici coordinati da AlmaLaurea che ha tra i suoi obiettivi quello di contrastare l’abbandono degli studi al primo anno di Università, causato spesso da scelte universitarie approssimative, fornendo agli studenti preziose informazioni in merito ai percorsi post-diploma, sia formativi sia professionali, e permettendo loro di confrontarsi con le proprie potenzialità e aspirazioni.

Il percorso - adottato dal MIUR nella propria pagina web dedicata all’orientamento - è raggiungibile dai siti AlmaLaurea e AlmaDiploma e permette un’azione di orientamento personalizzato accessibile a tutti. Al termine del percorso ciascun ragazzo riceve un profilo dettagliato e ricco di spunti di riflessione.

Dall’anno scolastico 2015/16, dopo una prima sperimentazione, AlmaOrièntati è entrato a far parte di un percorso di orientamento più ampio, “La MIA Scelta & AlmaOrièntati”, con l’obiettivo di supportare lo studente in una scelta post-diploma più consapevole.

Limitando l’analisi ai soli studenti entrati a far parte dell’Indagine sul Profilo dei Diplomati 2018 che hanno completato le prime due tappe del percorso di orientamento durante il quarto anno, emerge ancora una volta la necessità di ulteriori attività di orientamento per tutti gli indirizzi di studio.

Il Rapporto ha analizzato l’opinione espressa dagli studenti che hanno svolto il percorso “La MIA Scelta & AlmaOrièntati”. Il 47,8% dei diplomati dichiara che il percorso ha confermato le proprie intenzioni iniziali, percentuale che sale al 51,6% per i professionali e al 49,0% per i tecnici, e scende al 46,7% per i liceali.

Un altro 12,5% dei diplomati ha dichiarato che all’inizio del percorso era indeciso sulla strada da intraprendere e al termine del percorso ha chiarito le proprie idee.

La necessità di ulteriori azioni di orientamento si rileva per il 29,8% dei diplomati che erano incerti al momento della compilazione del questionario e vedono permanere l’incertezza al termine del percorso. Tale quota va dal 21,8% dei professionali al 27,2% dei tecnici e raggiunge il 32,4% tra i liceali.

Il 20,6% dei diplomati non ricorda di avere svolto un percorso di orientamento, sebbene lo abbia svolto; il percorso viene infatti percepito come una delle tante attività didattiche svolte durante l’anno. Si tratta in particolare di studenti con basse votazioni, giudizio dell’esperienza scolastica più critico, poco tempo dedicato allo studio e ai compiti a casa, maggiore incertezza sulla scelta futura, ossia proprio coloro che avrebbero più bisogno di sostegno nel processo di scelta.

In questo contesto, non stupisce che a supportare i diplomati, come emerge dall’Indagine, siano ancora oggi i consigli di figure a loro vicine. In particolare, il 67,2% ritiene rilevanti i consigli dei genitori, seguiti da quelli degli amici (39,1%), dei parenti (33,1%) e dei docenti di scuola secondaria di II grado (32,4%).

Rispetto al momento della scelta del percorso scolastico da intraprendere, il ruolo dei genitori diventa ancora più importante.

I diplomati professionali sono quelli che ritengono i suggerimenti dei genitori maggiormente rilevanti; lo erano già al momento della scelta della scuola secondaria di II grado (62,2%) e lo sono ancora di più al momento della scelta post-diploma (74,3% rispetto al 64,9% dei licei). Questo nonostante l’utilizzo delle tecnologie abbia facilitato l’accesso a materiali e contenuti informativi agli studenti delle nuove generazioni.

 

 

Comunicato stampa

 

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