AlmaDiploma: la scuola italiana piace agli studenti

Profilo dei Diplomati 2019: apprezzati gli insegnanti e i percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, e sguardo puntato verso l'estero. Ma un allarmate 44,6% non rifarebbe la stessa scelta.

La scuola italiana vista con gli occhi degli studenti è tutt’altro che da rivedere: a loro piace. E piace loro anche il percorso per le competenze trasversali e per l’orientamento: un dato che non conferma le polemiche sorte nel 2017 con l’avvio dell’obbligatorietà dell’alternanza scuola lavoro. Anzi, apprezzano lo stage anche se svolto all’estero.

È quanto emerge dal report annuale svolto dall’associazione di scuole AlmaDiploma sul Profilo dei diplomati 2019 presentato a Firenze il 30 gennaio nel corso del XVII Convegno AlmaDiploma "Orientare bene conviene".

Dall’analisi condotta sugli studenti (45mila diplomati a luglio 2019 dei 274 Istituti scolastici aderenti ad AlmaDiploma) risulta che l’80,2% si dichiara in generale piuttosto soddisfatto della propria esperienza scolastica. Gli studenti sono contenti della preparazione degli insegnanti (77,3%) e delle loro spiegazioni (70,6%); soprattutto apprezzano il rapporto con gli altri studenti (87,2%). Piuttosto, sono le infrastrutture a destare scontento: per circa un alunno su due le aule sono inadeguate così come lasciano a desiderare i laboratori, gli impianti e le attrezzature sportive.

C’è però un allarmante 44,6%, da non sottovalutare proprio alla vigilia della scadenza dei termini per l’iscrizione anche nelle scuole secondarie di secondo grado, di chi potendo tornare indietro non rifarebbe la stessa scelta sia in termini di indirizzo di studio, sia in termini di scuola, sia di entrambi, soprattutto fra i frequentanti degli istituti professionali.

“È una percentuale molto alta – commenta Renato Salsone, direttore di AlmaDiploma – e per questo lo sforzo dell’Associazione di scuole è quello di fornire gli strumenti necessari ai nostri studenti, affinché possano effettuare le loro scelte sia a tredici come a diciotto anni dopo aver sviluppato le competenze di vita necessarie attraverso i nostri percorsi di educazione alla scelta”.

Per orientare meglio gli studenti a valutare attentamente la scuola e l’indirizzo di studio, AlmaDiploma ha dato vita ad almamedie. I diplomati professionali hanno apprezzato maggiormente le esperienze maturate nei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento. Circa il 95% di chi ha scelto questo indirizzo di studio o quello tecnico ha compiuto almeno uno stage nel triennio conclusivo, contro il 63,9% dei liceali. Oltre allo stage (77,4%), le attività più diffuse sono l’attività di formazione sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro (47,2%) e l’impresa formativa simulata (24,8%).

Sono sempre gli indirizzi professionali ad aver riscontrato una quasi totale soddisfazione sull’obiettivo dello stage rispetto alla chiarezza dei compiti assegnati, all’efficienza organizzativa, all’utilità. Le voci dove sono state registrate percentuali meno plebiscitarie sono state le attività di tutoraggio aziendale (77,5%) e scolastico (64,7%) con quote ancora una volta più alte tra i professionali; inoltre il 68,9% è soddisfatto della coerenza dello stage con le discipline scolastiche, ma – di nuovo – i diplomati professionali fanno registrare un dato migliore (85,8%). La situazione è invece rovesciata, dunque a favore dei licei, per quanto riguarda lo stage svolto all’estero. Se la tendenza complessiva è in crescita negli anni e ha raggiunto il 17,5% rispetto al 9,9% del 2017, la quota relativa ai licei è del 20,1% contro il 15,3% degli istituti tecnici e il 9,5% di quelli professionali.

L’attrazione dei giovani per l’estero è confermata anche da chi ha svolto un’esperienza di studio fuori dall’Italia, come testimoniato dal 32,9% dei diplomati. Secondo il rapporto, il Regno Unito è stato il Paese maggiormente frequentato (36,5%) specie per l’inglese di cui riconoscono l’importanza, tanto da essere la lingua straniera più diffusa: il 76,8% dei diplomati dichiara di avere una conoscenza dell’inglese scritto di livello B1 o superiore e il 42% di livello B2 o superiore. Quest’ultima quota varia in funzione del percorso di studio: per i liceali è pari al 53,3% (arriva al 71,5% nei licei linguistici), per i tecnici al 30,9%, per i professionali al 15,1%. Al momento non è possibile effettuare alcuna previsione in relazione al processo di uscita del Regno Unito dall’Unione europea, ma sarà interessante verificare quale impatto avrà la Brexit, in fase di completamento in questi giorni, sulla scelta delle scuole.

La soddisfazione dei diplomati in merito all’utilità dell’argomento della cittadinanza europea (compreso nell’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione) si ferma al 67,9% di gradimento (64,0% tra i liceali, 71,8% tra i tecnici, 72,0% tra i professionali). Non va dimenticato che dal prossimo settembre sarà reintrodotta Educazione Civica in base alla legge 92 del 2019. Cittadinanza e Costituzione ha destato grande interesse fra i diplomati, pur esistendo lievi differenze fra la classifica degli argomenti affrontati e quella dei temi ritenuti più utili dagli studenti. La Costituzione italiana è stata quella maggiormente affrontata (86,7%) ed è stata ritenuta argomento utile dal 77%. Seguono subito dopo i diritti umani (83,7%, al primo posto in fatto di utilità 82,9%) ed educazione alla legalità (77,9%, utile per il 78,3%). L’educazione ambientale è stata affrontata dal 74,6% dei diplomati e – nonostante l’effetto Greta Thunberg – è un tema ritenuto utile dal 77,6%, dopo quelli sui diritti umani ed educazione alla legalità. Tuttavia, rispetto all’anno scorso, emerge che la soddisfazione sui temi ambientali è in crescita e soprattutto c’è una richiesta sempre maggiore di approfondimento dell’argomento.

 

Comunicato stampa

Sintesi del Rapporto

Indagine completa

 

 

 

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