AlmaLaurea presenta il nuovo focus sulle professioni sanitarie

Retribuzione, differenze retributive di genere e per ripartizione geografica di lavoro, mobilità dei laureati e principali fattori che incidono sulla retribuzione mensile sono i focus oggetto dell'indagine.

I protagonisti della nuova indagine di AlmaLaurea, presentata in occasione della Giornata mondiale del malato (11 febbraio), sono i 18.249 laureati di primo livello del 2018, afferenti ai corsi di laurea delle 22 professioni sanitarie1, contattati nel 2019 a un anno dal conseguimento del titolo.

Oggetto del nuovo focus sono gli esiti occupazionali, in termini di retribuzioni mensili nette, dei laureati triennali nelle professioni sanitarie. Questi ultimi, a differenza dei colleghi degli altri percorsi di laurea, caratterizzati da una quota elevata di quanti proseguono con la formazione universitaria, vedono nel mercato del lavoro il loro naturale sbocco.

Come evidenziato, infatti, anche nel più recente Rapporto di AlmaLaurea presentato a giugno dello scorso anno, si tratta di lauree altamente professionalizzanti che si differenziano dal complesso dei laureati triennali per la spendibilità del titolo e la posizione privilegiata che assumono nell’immediato inserimento nel mercato del lavoro. L’87,8% decide, al termine del percorso triennale, di non iscriversi ad un altro corso di laurea (è solo il 34,9% per il complesso dei laureati di primo livello): tale quota supera il 90% per i laureati del corso in Infermieristica, per quelli in Tecniche Audioprotesiche e per quelli in Igiene Dentale.

Il tema del nuovo focus di AlmaLaurea è quanto mai attuale vista la situazione emergenziale, dovuta alla crisi pandemica, che ha avuto un impatto rilevante in primis sul settore della sanità. I risultati sono analizzati per genere, per ripartizione geografica di lavoro, distintamente per le 22 professioni sanitarie. Un ulteriore approfondimento, attraverso un modello di regressione lineare, evidenzia, infine, i principali fattori che incidono sulla retribuzione dei laureati nelle professioni sanitarie.

Il focus mostra che nel 2019, a un anno dal conseguimento del titolo, la retribuzione mensile netta dei laureati nelle professioni sanitarie del 2018 è pari, in media, a 1.313 euro. Valore che segna un + 3,7% rispetto alla rilevazione dello scorso anno. Tuttavia, i segnali di miglioramento evidenziati negli anni più recenti non sono ancora in grado di colmare la perdita retributiva registrata nel periodo più buio della crisi economica. La maggiore retribuzione media mensile del 2019 si osserva nel corso in Igiene Dentale (1.608 euro).  Quanto alle differenze retributive di genere, la componente femminile prevale a livello complessivo tra le professioni sanitarie. I corsi a vocazione femminile nelle professioni sanitarie sono quelli in Ostetricia, Infermieristica Pediatrica, Logopedia e Terapia della Neuropsicomotricità dell'Età evolutiva. Ma nonostante tale prevalenza femminile, si evidenziano differenziali retributivi quasi sempre a favore degli uomini. A livello complessivo, infatti, la retribuzione mensile netta è pari, in media, a 1.387 euro per gli uomini e 1.283 euro per le donne (+8,1% a favore dei primi).

Per la differenza retributiva rispetto alla ripartizione geografica del lavoro l’approfondimento dimostra che è più elevata per coloro che lavorano al Nord: percepiscono infatti, in media, 1.387 euro rispetto ai 1.154 euro di quelli del Sud (+20,1%). Coloro che lavorano all’estero percepiscono, invece, una retribuzione nettamente superiore, pari a 1.763 euro. A parità delle altre condizioni osservate, infine, si confermano significative le differenze di genere: il modello stima, infatti, che, a parità di condizioni, gli uomini percepiscono in media, a un anno dalla laurea, 76 euro netti in più al mese. In termini territoriali, rispetto a chi è occupato al Sud, chi lavora al Nord percepisce, in media, 172 euro mensili netti in più, mentre chi lavora al Centro 67 euro in più. Passando ad analizzare le caratteristiche specifiche del lavoro, è interessante osservare, sempre a parità di altre condizioni, le differenze retributive in funzione della diffusione di attività a tempo pieno e parziale: il modello stima che gli occupati che lavorano a tempo pieno percepiscono quasi 200 euro mensili netti in più rispetto a quanti lavorano part-time. Anche il settore di attività economica incide in maniera significativa sulle retribuzioni dei laureati. Infatti, a parità di ogni altra condizione, rispetto al settore privato, al pubblico impiego corrisponde un vantaggio retributivo stimato pari a 92 euro. Infine chi ritiene di utilizzare nel proprio lavoro le competenze acquisite “in misura elevata” percepisce 174 euro in più rispetto a chi ritiene di non utilizzare per niente tali competenze.
 

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Comunicato stampa

 

1I corsi afferenti alle 22 professioni sanitarie sono: Infermieristica, Infermieristica Pediatrica, Ostetricia, Educazione Professionale, Fisioterapia, Logopedia, Ortottica, Podologia, Tecniche della Riabilitazione Psichiatrica, Terapia della Neuropsicomotricità dell’Età evolutiva, Terapia Occupazionale, Dietistica, Igiene Dentale, Tecniche Ortopediche, Tecniche di Fisiopatologia Cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare, Tecniche Audioprotesiche, Tecniche Audiometriche, Tecniche di Neurofisiopatologia, Tecniche di Laboratorio biomedico, Tecniche di Radiologia per immagini e radioterapia, Assistenza Sanitaria, Tecniche della Prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di Lavoro.