“Design Economy 2022”: un’analisi del settore

Dal design un valore aggiunto di 2,5 miliardi. A cinque anni dal titolo i laureati di questo ambito disciplinare hanno un tasso di occupazione del 91%.

Fondazione Symbola, Deloitte Private e Poli.design, con il supporto di Adi -  Associazione per il Disegno Industriale, Cuid, Comieco, Logotel, AlmaLaurea e con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, hanno presentato i risultati del report “Design Economy 2022”, con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza del valore del design per la competitività del sistema produttivo nazionale.

 

LE IMPRESE DEL SETTORE

Il rapporto analizza le imprese impegnate nel settore: 30 mila aziende che, nel 2020, hanno generato un valore aggiunto pari a 2,5 miliardi di euro con 61mila occupati. Le imprese si distribuiscono su tutto il territorio nazionale, con una particolare concentrazione nelle aree di specializzazione del Made in Italy e nelle regioni Lombardia, Piemonte, Emilia – Romagna e Veneto, dove si localizza il 60% delle imprese. Tra le provincie primeggiano Milano (15% imprese e 18% valore aggiunto nazionale) Roma (6,7% e 5,3%), Torino (5% e 7,8%). Vengono presi in esame anche aspetti quali il territorio e il mercato di riferimento e i servizi offerti.

 

DESIGN E SOSTENIBILITÀ

Il rapporto Design Economy quest’anno dedica un capitolo alla relazione tra il settore italiano e la sostenibilità, tema alla base del nuovo Bauhaus europeo lanciato dalla Presidente von der Leyen nel 2020 per contribuire alla realizzazione del Green Deal europeo. Tra i settori che trainano la domanda di servizi di design sostenibile ci sono soprattutto i settori del Made In Italy. A primeggiare c’è il settore arredo (69%), seguito dall’automotive (56%), dall’immobiliare – ceramiche, pavimenti, fino agli elementi strutturali – (38%), dall’abbigliamento (30%) e dall’agroalimentare (13,3%).

 

IL SISTEMA FORMATIVO

Come ogni anno, il Rapporto tratta il sistema formativo: 22 Università, 16 Accademie delle Belle Arti, 15 Accademie Legalmente Riconosciute, 22 Istituti privati autorizzati a rilasciare titoli AFAM (Alta Formazione Artistica e Musicale) e 6 ISIA (Istituti Superiori per Industrie Artistiche) distribuite su tutto il territorio nazionale, che offrono 291 corsi di studio a diversi livelli formativi e in diverse aree di specializzazione.  Molte le eccellenza, tra cui il Politecnico di Milano, l’Istituto Europeo di Design (IED) e la Nuova Accademia di Belle Arti (NABA).
Complessivamente, i designer formati nel 2019 sono 9.362 (il 13,5% in più rispetto al 2018); di questi, due terzi risiedono al Nord, in particolare in Lombardia (49,8%).

 

I LAUREATI IN DESIGN

Da quest’anno, grazie alla collaborazione con AlmaLaurea e il Career Service del Politecnico di Milano, si è aggiunto un ulteriore tassello informativo relativo alla situazione lavorativa a cinque anni dalla laurea. La prima stima del tasso di occupazione dei laureati magistrali biennali in design, intervistati nel 2020 a cinque anni dal titolo, restituisce un valore del 91%, superiore alla media del complesso dei laureati magistrali biennali in Italia; di questi, l’84% svolge una professione coerente con l’ambito del design.

 

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