Un Dottorato di Interesse Nazionale in Gender Studies

Sviluppare la ricerca negli “studi di genere” e formare figure professionali che possiedano un approccio intersezionale e gender-sensitive teorico e applicativo, sia a livello nazionale che internazionale sono gli obiettivi del Dottorato di Interesse Nazionale in Gender Studies promosso dall’Università di Bari Aldo Moro e da altri 14 atenei italiani.

Intervista alla coordinatrice del Dottorato la professoressa Francesca Romana Recchia Luciani.

Professoressa, cosa si intende per “Gender Studies”?

Gli “studi di genere” vanno diffondendosi in Italia sotto questa etichetta da circa un ventennio, ma tuttavia hanno una storia molto più che trentennale in USA e se tra essi consideriamo, a buon diritto, anche i testi e le teorie femministe che si sono sviluppate a partire dagli anni Settanta (sebbene precedute dall’opera saggistica degli anni Venti/Trenta del XX secolo di Virginia Woolf e dal celebre Il secondo sesso di Simone de Beauvoir del 1949), possiamo dire che tale sensibilità culturale verso le questioni sollevate dal genere e dal sesso – e le istanze di diritto da esse derivate – abbia ormai quasi un secolo di vita. Dunque, è decisamente ora che facciano il loro ingresso in Accademia dalla porta principale, ovvero dal terzo e più squisitamente euristico livello della formazione, ovvero il Dottorato. In tal senso, il DIN in Gender Studies si è imposto anche come una necessità per l’istruzione universitaria del Paese, poiché originando e strutturando molte ricerche multi e interdisciplinari, colma un oggettivo ritardo scientifico. Alla fine del triennio le 36 o 37 ricerche che, scaturite da questo primo bando, giungeranno a termine, sommate alle 11 già avviate nel 38° ciclo attraverso il Dottorato associato tra UniBA, UniMC e S. S. Sant’Anna di Pisa, rappresenteranno un vero e proprio balzo verticale degli “studi di genere” in Italia.

Come si sviluppa il percorso formativo del Dottorato?

Il primo DIN in Gender Studies che, insieme ad altri 14 atenei italiani, l’Università di Bari Aldo Moro avvia da quest’anno accademico per il 39° ciclo, ha come principale obiettivo lo sviluppo della ricerca nel peculiare ambito interdisciplinare rappresentato dai Gender Studies e dagli studi intersezionali intorno agli assi identitari come etnia, classe sociale, orientamento sessuale, disabilità, religione, casta, età, nazionalità, specie, che, attraverso strutture e gerarchie di potere, generano dinamiche discriminatorie che producono disuguaglianze, ingiustizie, conflitti e violenza. Il percorso formativo, articolato in didattica obbligatoria e trasversale inter e transdisciplinare, oltre a una Summer School annuale volta all’approfondimento degli aspetti applicativo-pragmatici dei Gender Studies, è pertanto orientato innanzitutto all’acquisizione degli strumenti analitici che consentano di riconoscere tali meccanismi nei tanti contesti in cui si sviluppano, valorizzando il fecondo intreccio tra approcci scientifico-disciplinari e competenze differenziate per contenuti e metodologie.

A chi è rivolto e quali profili forma?

Il DIN in Gender Studies è rivolto a laureate/i in qualunque corso di LM che intendano dotarsi di conoscenze e competenze indispensabili nei complessi ambiti lavorativi attuali, quali quelli relativi all’adozione di un approccio intersezionale e gender-sensitive, sia teorico che applicativo, sia nella dimensione nazionale che internazionale. Gli Atenei associati al Dottorato concorrono agli obiettivi formativi del corso, sviluppati lungo un percorso triennale, sulla base delle competenze e delle specificità che li caratterizzano, nel rispetto di ciascun apporto scientifico-disciplinare che trova spazio per un rigoroso approfondimento nell’ampio spettro dei quattro curricula del dottorato: 1. Filosofico-Politologico; 2. Economico-Etico-Giuridico; 3. Artistico-Letterario-Linguistico-Mediale; 4. Pedagogico-Psicologico-Sociologico. Inoltre, poiché la dimensione di ricerca resta fondamentale per chi consegue un Dottorato, quelle più meritevoli potranno ottenere la dignità di pubblicazione in una specifica collana editoriale del DIN.

Sono previsti stage?

Come da piano formativo, per il raggiungimento degli obiettivi del DIN, sono previste due tipologie di stage. A un semestre obbligatorio all’estero presso un’Università e/o un centro di ricerca il cui focus sia perfettamente attinente alle tematiche scientifiche, euristiche e didattiche che coinvolgono i Gender Studies, si affianca, per tutte le borse PNRR, un semestre in un’istituzione/centro di ricerca/azienda o ente della P.A. in cui il/la dottorando/a possa elaborare un segmento specifico della propria attività di studio e indagine in consonanza con la dimensione applicativa che talune ricerche a tema vincolato prevedono già nel bando.

Quali sono gli sbocchi occupazionali?

Il DIN in Gender Studies risponde pienamente all’esigenza di costruire un rapporto tra la conoscenza prodotta dalla ricerca universitaria e i bisogni formativi dei territori, delle istituzioni e delle imprese su cui insistono le Università consociate. Per questa ragione il Dottorato Nazionale in Gender Studies intende formare: 1) ricercatori e ricercatrici altamente qualificate in grado di costruire e condurre in forma autonoma progetti di ricerca interdisciplinari nel campo degli Studi di Genere, Studi Femministi, Queer Studies, Studi sulla Maschilità, Studi sulla disabilità e Studi Intersezionali, nell’ambito delle Università italiane e internazionali e dei centri di ricerca pubblici e privati coinvolti; 2) profili professionali nelle scienze sociali e psicologiche adatti a diversi contesti (scolastici, aziendali, professionali, familiari) che possano affrontare le questioni legate alla disuguaglianza e all’identità di genere, ai processi di apprendimento, alle dinamiche socio-culturali e intergenerazionali ove le questioni identitarie generano conflitti e rischio sociale; 3) esperti/e altamente qualificati/e nell’ambito interdisciplinare degli Studi di Genere, Studi Femministi, Queer Studies, Studi sulla Maschilità, Studi sulla disabilità e Studi Intersezionali, che possano svolgere, in contesti occupazionali pubblici e privati, nazionali e internazionali, ruoli innovativi quali quelli di: Diversity Manager (figura competente in un management inclusivo e sostenibile delle organizzazioni, dal punto di vista delle non discriminazioni, del benessere psico-fisico e della sicurezza, dell’inclusione); Gender Expert (figura in possesso di una gender expertise - conoscenze, tecniche di impiego e soluzioni - in differenti aree quali istituzioni, governo/governamentalità al fine di definire politiche pubbliche atte a colmare diseguaglianze e asimmetrie di opportunità e di potere); Gender Communications Strategy Expert (figura specializzata nel linguaggio e comunicazione gender-sensitive competente nello sviluppo di strategie comunicative inclusive nell’ambito di progetti, processi e politiche pubbliche, in contesto aziendale, della pubblica amministrazione, dei media, nel mondo giudiziario, delle forze dell'ordine e militare (Gender Advisor), in particolare in relazione alla Risoluzione 1325 delle Nazioni Unite; Gender, Inclusion & Communication Specialist (figura specializzata in tecniche dello sviluppo, implementazione e valutazione di una serie di attività atte a inquadrare un approccio inclusivo e di genere al fine di migliorare le opportunità economiche per uomini e donne di tutte le abilità. Una figura con competenze tecniche sull’uguaglianza di genere e sulle strategie di inclusione sociale, capace di fornire il supporto tecnico per attuarle).

 

Scheda Dottorato

Coordinatrice: prof. Francesca R. Recchia Luciani.
Sito web
Borse di studio: 34
n. 3 posti con borsa di studio finanziate con fondi dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro a tematica libera
n. 1 posto con borsa di studio finanziata con fondi PNRR ex DM n. 117/23
n. 30 posti con borsa di studio finanziate con fondi PNRR ex DM n. 118/23
Modalità didattica: in presenza
Lingua: Italiano
Sede del corso: Bari
Scadenza presentazione domande di ammissione: 20 luglio 2023
Modalità di selezione: l’esame sarà basato sulla valutazione titoli e progetto di ricerca, prova orale, lingua inglese. I candidati stranieri possono scegliere di svolgere l’esame di ammissione in lingua italiana/inglese