La laurea magistrale biennale in Relazioni internazionali

Caratteristiche, percorso formativo e sbocchi professionali: tutto quello che c’è da sapere sui laureati magistrali biennali in Relazioni internazionali.

Le indagini AlmaLaurea sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei laureati permettono di valutare le performance formative e gli esiti occupazionali dei laureati dei corsi di studio della classe magistrale biennale in Relazioni internazionali.

 

Il profilo dei laureati in Relazioni internazionali

 

Il 72,0% dei laureati in Relazioni internazionali ha conseguito il precedente titolo di primo livello in Scienze politiche e delle relazioni internazionali. Sono in prevalenza donne (61,6%) e, in media, ottengono il titolo magistrale a 27,2 anni. Impiegano in media 2,8 anni (rispetto ai 2 anni previsti dall’ordinamento) per conseguire il titolo magistrale biennale, con un voto medio di laurea pari a 108,1 su 110.

Durante gli studi il 34,0% dei laureati in Relazioni internazionali ha svolto esperienze di studio all’estero riconosciute dal proprio corso di laurea, mentre il 61,6% ha svolto tirocini formativi curriculari.

Si dichiarano soddisfatti del percorso universitario appena concluso: potendo tornare ai tempi dell’iscrizione, il 66,6% sceglierebbe lo stesso corso e lo stesso ateneo.

 

 

La condizione occupazionale dei laureati in Relazioni internazionali

 

A un anno dal titolo

A dodici mesi dalla laurea magistrale biennale, il tasso di occupazione per i laureati in Relazioni internazionali è pari al 63,3%.

Il 55,2% degli occupati ad un anno si è inserito nel mercato del lavoro solo dopo il conseguimento del titolo magistrale biennale; il 18,4%, invece, lavorava al momento della laurea ma ha successivamente cambiato lavoro, mentre il 25,9% prosegue, ancora dopo un anno, il lavoro iniziato prima del conseguimento del titolo.

Il 5,1% degli occupati, dopo un anno dalla laurea, è impegnato in attività autonome (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.), il 22,8% è assunto con un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato, il 13,4% con contratti formativi, mentre il 40,3% con un contratto non standard (prevalentemente a tempo determinato). Il lavoro part-time coinvolge il 30,8% degli occupati e la retribuzione mensile netta è pari, in media, a 1.067 euro. Il 69,5% dei laureati in Relazioni internazionali lavora nel settore privato. È occupato nel ramo del commercio il 16,8% dei laureati, dei servizi sociali e personali il 14,2% e nei trasporti, pubblicità e comunicazioni il 10,8%.

Il 22,3% degli occupati dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università; il 49,2% dichiara di utilizzarle in misura ridotta, mentre il 28,3% per nulla.

 

A cinque anni dal titolo

Dopo cinque anni dal titolo magistrale biennale, il tasso di occupazione dei laureati in Relazioni internazionali è pari all'84,5%.

Il 6,8% degli occupati, a cinque anni dalla laurea, è impegnato in attività autonome (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.), il 53,2% è assunto con un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato, mentre il 24,5% con un contratto non standard (prevalentemente a tempo determinato). Il lavoro part-time coinvolge il 14,4% dei laureati e la retribuzione media è pari a 1.450 euro netti al mese. Il 66,7% dei laureati in Relazioni internazionali lavora nel settore privato. È occupato nel ramo del commercio il 12,5% dei laureati, dei servizi sociali e personali il 12,0% e nella pubblica amministrazione il 10,0%.

Il 21,0% degli occupati dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università; il 54,1% dichiara di utilizzarle in misura ridotta, mentre il 24,6% per nulla.

A cinque anni dal titolo, tra i laureati in Relazioni internazionali il 6,0% svolge una professione dirigenziale (compresi gli imprenditori), il 34,2% una professione ad elevata specializzazione, il 22,5% una professione tecnica, mentre il 37,2% una professione esecutiva o di livello inferiore. Concentrando l’attenzione sulle professioni di livello più elevato (prime due voci), la professione più diffusa è quella di Specialista nella commercializzazione di beni e servizi (escluso il settore ICT) (5,1%), seguita da Specialista della gestione e del controllo nelle imprese private (4,2%) e Specialista in risorse umane (2,5%).