Indagine sulla condizione occupazionale dei laureati reggiani

L'indagine sulla condizione occupazionale dei laureati reggiani - realizzata per conto dell'Osservatorio sugli sbocchi occupazionali della Scuola secondaria, dell'Università e del sistema della Formazione professionale della Provincia di Reggio Emilia - ha riguardato i residenti a Reggio Emilia laureatisi nell'anno accademico 1998-99 negli atenei aderenti al Consorzio AlmaLaurea e quanti, nel medesimo periodo, hanno conseguito il titolo universitario nella sede reggiana dell'ateneo di Modena e Reggio Emilia, indipendentemente dal luogo di residenza.

Questa prima indagine ha coinvolto 954 laureati e, grazie all'ottima rappresentatività del collettivo analizzato (nell'anno 2000, negli Atenei aderenti ad AlmaLaurea si è laureato il 93,9 per cento di tutti i laureati con residenza a Reggio Emilia), presenta un quadro completo del percorso post-laurea dei laureati reggiani. Le interviste, telefoniche con metodo CATI, si sono svolte tra Settembre e Novembre 2002, un periodo dopo il conseguimento della laurea compreso tra i due anni e mezzo ed i tre anni e mezzo circa. L'adesione all'indagine è stata molto elevata: ha risposto all'intervista telefonica l'81,8 per cento dei laureati (780 intervistati).

 

Il profilo dei laureati

Il 95% del collettivo esaminato ha conseguito il titolo in tre dei quattro atenei regionali: Parma, Bologna e Modena e Reggio Emilia. I laureati reggiani si concentrano soprattutto in tre gruppi di corsi di laurea: Economico-statistico, Ingegneria e Giuridico che raccolgono la metà del collettivo.

La regolarità negli studi è molto elevata: i laureati in corso rappresentano il 15,3% del totale, contro il 5,3% di tutti i laureati delle università aderenti ad AlmaLaurea ; "solo" il 23,1% si è laureato 4 o più anni fuori corso, contro il 40,5% complessivo. Nel rilevare questo dato, non si deve però dimenticare che la maggiore regolarità del collettivo reggiano è influenzata da una quota rilevante di laureati in corsi di recente istituzione che, ovviamente, nei primi anni mostrano una forte regolarità.

È interessante notare che tre quarti dei laureati reggiani portano in casa, per la prima volta, una laurea; una percentuale superiore, seppure di poco, a quella rilevata per il totale dei laureati italiani.

 

I risultati dell'indagine

Il 74% degli intervistati ha intrapreso almeno un' attività formativa post-laurea ; come avviene a livello nazionale (dove però la quota complessiva raggiunge addirittura l'80,2%) tali attività sono maggiormente diffuse tra le donne. Si tratta soprattutto di attività di tirocinio o praticantato (svolte dal 23,5% degli intervistati), ma anche master o corsi di perfezionamento, stage in azienda e collaborazioni non retribuite con docenti o liberi professionisti.

Il tasso di occupazione è elevato (85,3%), superiore a quello rilevato sul totale dei laureati AlmaLaurea della sessione estiva 1999 (79%) e su un campione di laureati italiani del 1998 intervistati dall'Istat circa tre anni dopo la laurea (73,5%). Chi cerca lavoro rappresenta solo l'1,5% degli intervistati: il 13,2% non sta infatti cercando un'occupazione, in primo luogo perché impegnato in attività formative post-laurea. Tutti i gruppi di corsi di laurea presentano tassi di occupazione elevati, compresi tra l'82,4% ed il 98,4%, eccetto i gruppi Giuridico e Medico, in cui, come è noto, risulta ancora molto elevata la quota di laureati impegnati in attività formative, necessarie per il completamento di tali percorsi di studio.

Il tasso di occupazione migliora significativamente e raggiunge un valore prossimo al 92% utilizzando la definizione, meno "restrittiva", di occupazione adottata dall'Istat nell'indagine sulle forze di lavoro.

Le differenze di genere sono contenute, sebbene ancora una volta si debba rilevare un tasso di occupazione inferiore per le donne (83,7%, rispetto all'87,1% degli uomini).

Le posizioni lavorative stabili riguardano il 62,9% dei laureati reggiani (contro il 64,4% di tutti i laureati AlmaLaurea) ; circa la metà degli intervistati, in particolare, ha un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato; ha un contratto " atipico " il 29,3% dei laureati reggiani (rispetto al 28,9% rilevato a livello nazionale). Le donne sono contraddistinte da una maggiore precarietà: ha un lavoro stabile il 58%, mentre il 34,4% ha un contratto atipico (68,4% e 23,5%, rispettivamente, tra gli uomini).

Il reddito mensile netto: dei laureati reggiani è complessivamente pari a 1.175 euro: si tratta di un valore in linea con quelli rilevati da AlmaLaurea su tutti i propri laureati e dall'Istat nell'indagine sugli sbocchi occupazionali dei laureati. Considerando solo coloro che non erano già occupati  prima di laurearsi, si nota che le donne hanno un reddito mediamente inferiore a quello degli uomini (1.101 euro, contro 1.265: -13%); tale divario è tuttavia inferiore a quello rilevato da AlmaLaurea su scala nazionale.

L' efficacia esterna del titolo universitario, infine, è buona, anche se lievemente inferiore a quella riscontrata su scala nazionale: la laurea si è rivelata "molto efficace" o "efficace" per il lavoro svolto per il 59,8% dei laureati reggiani (61,5% a livello nazionale); per il 29,5% è stata "abbastanza efficace"; complessivamente solo nel 10,7% dei casi la laurea è risultata "poco efficace" o "per nulle efficace" (10% a livello nazionale).

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