L'indagine del Consorzio AlmaLaurea sul Profilo dei diplomati di master analizza le performance formative di circa 8.500 diplomati del 2019, di primo e secondo livello, che hanno conseguito il titolo di studio in uno dei 17 atenei aderenti al Consorzio (Bergamo, Bologna, Bolzano, Cagliari, Ferrara, Milano Bicocca, Milano IULM, Napoli L’Orientale, Padova, Piemonte Orientale, Roma Sapienza, Roma Tre, Salerno, Siena, Torino Politecnico, Venezia Ca’ Foscari, Venezia IUAV).
L'indagine del Consorzio AlmaLaurea sulla Condizione occupazionale dei diplomati di master analizza invece le performance lavorative di oltre 12.000 diplomati di master del 2018, contattati ad un anno dal conseguimento del titolo di studio, di 23 atenei (Bergamo, Bologna, Brescia, Cagliari, Ferrara, Genova, Milano, Milano Bicocca, Milano IULM, Modena e Reggio Emilia, Napoli L’Orientale, Padova, Palermo, Piemonte Orientale, Roma Sapienza, Roma Tre, Salerno, Pisa Sant’Anna, Siena, Torino, Torino Politecnico, Venezia Ca’ Foscari, Venezia IUAV).
DAL RAPPORTO SUL PROFILO DEI DIPLOMATI DI MASTER
Relativamente a 8.497 diplomati del 2019 che hanno conseguito il titolo in 17 atenei (tasso di compilazione 86,0%), il 55,1% dei diplomati ha concluso un master di primo livello, il restante 44,9% un master di secondo livello.
I diplomati di master coinvolti nell’indagine sono stati suddivisi in quattro aree disciplinari: il 39,9% dei diplomati di master fa parte dell’area economica, giuridica e sociale; il 31,6% dei diplomati di master fa parte dell’area medica; il 14,6% dei diplomati di master fa parte dell’area scientifica e tecnologica; il 13,8% dei diplomati di master fa parte dell’area umanistica.
A scegliere e successivamente concludere un corso di master sono soprattutto le donne, che rappresentano il 62,0% dei diplomati di master del 2019. Le donne sono il 66,7% tra i diplomati di master di primo livello e il 56,2% tra quelli di secondo livello.
L’età media al conseguimento del titolo di master è pari a 31,5 anni per i diplomati di primo livello e a 36,5 anni per i diplomati di secondo livello.
I corsi di master proposti dalle università italiane esercitano un’apprezzabile capacità attrattiva sui cittadini stranieri, che costituiscono il 9,7% dei diplomati di master 2019: è il 12,6% tra i diplomati di master di primo livello e il 6,2% tra quelli di secondo livello. Si tratta di cifre rilevanti se si pensa che tra i laureati del 2019 la quota di cittadini stranieri è il 3,1% tra i laureati triennali e il 4,6% tra chi ha concluso un percorso universitario di secondo livello.
I diplomati di master provengono più di frequente, rispetto ai laureati, da famiglie con un background culturale elevato: il 35,7% dichiara infatti di avere almeno un genitore laureato. Questa percentuale raggiunge il 41,2% nei corsi di secondo livello (rispetto al 35,0% rilevato per i laureati di secondo livello) e il 30,9% in quelli di primo livello (rispetto al 27,2% rilevato per i laureati di primo livello).
Quanto alla mobilità geografica tra i diplomati di master, la quota di chi vive nella medesima provincia in cui ha svolto il master è il 36,6% (34,2% tra diplomati di master di primo livello e 39,3% tra quelli di secondo livello). Il 43,7% dei diplomati di master sperimenta invece una mobilità di lungo raggio, essendosi iscritto in un ateneo di una regione diversa da quella di domicilio, oppure provenendo dall’estero. Tra i diplomati di secondo livello tale quota sale al 46,4%, rispetto al 41,4% dei diplomati di primo livello.
Per quale motivo si decide di iscriversi a un corso di master? In ordine decrescente di importanza (i diplomati esprimono una valutazione su ciascuna motivazione per l’iscrizione al corso di master), il primo elemento è rappresentato dalla possibilità di acquisire competenze professionali, motivazione decisamente importante per l’87,6% dei diplomati di master. Ma ci si iscrive anche per approfondire i propri interessi culturali, per il 68,0% dei diplomati di master. Le prospettive di diretto inserimento nel mondo del lavoro hanno spinto il 52,2% degli intervistati ad iscriversi al corso di master; segue la competenza dei docenti indicati nella presentazione del corso, che è ritenuta decisamente importante dal 48,3% dei diplomati. Il calendario e gli orari delle lezioni, nella scelta di svolgere il master, sono rilevanti per il 35,5% dei diplomati. Le motivazioni meno importanti nella scelta del master sono la comodità rispetto all'abitazione (28,0%), il costo di iscrizione (26,4%) e, all’ultimo posto, la possibilità di beneficiare di finanziamenti o borse di studio (17,7%).
Il 22,9% dei diplomati di master ha usufruito di un finanziamento o di una borsa di studio: il 6,9% ha potuto contare sulla copertura totale dei costi di iscrizione e di eventuali altre spese, l’8,5% sulla copertura totale del solo costo di iscrizione e il 7,4% sulla copertura parziale del costo di iscrizione.
Il 22,4% dei finanziamenti è stato erogato dall’università, il 47,4% da altri enti pubblici e il 26,0% proviene da enti privati. Va inoltre segnalato che il finanziamento, quando erogato, è ritenuto adeguato dal 91,1% dei diplomati di master, senza differenze sostanziali tra corsi di primo e di secondo livello.
Le esperienze di lavoro durante il master hanno riguardato il 78,1% dei diplomati di master: il 76,0% tra i diplomati di primo livello e l’80,5% tra i diplomati di master di secondo livello.
I diplomati che hanno svolto attività lavorative si distinguono in lavoratori-studenti, ovvero coloro che hanno dichiarato di avere svolto attività lavorative continuative a tempo pieno per almeno la metà della durata del master (50,6%), e studenti-lavoratori, ovvero tutti gli altri diplomati che hanno compiuto esperienze di lavoro durante il corso (27,5%). La quota dei lavoratori-studenti è più elevata tra i diplomati di master di secondo livello rispetto a quelli di primo livello (il 54,6% rispetto al 47,1%). L’elevato numero di lavoratori-studenti tra i diplomati di master conferma che tali corsi nascono molto spesso per soddisfare le esigenze formative dei lavoratori: si tenga conto che la quota dei lavoratori-studenti tra i laureati del 2019 è il 5,5% tra quelli di primo livello e il 6,7% tra quelli di secondo.
Il 63,9% dei diplomati di master del 2019 ha svolto un periodo di stage durante la frequenza del corso, percentuale che sale al 70,4% tra di diplomati di primo livello e si attesta al 56,3% tra quelli di secondo livello.
Si evidenzia che nel conteggio di chi ha svolto lo stage sono compresi anche coloro che hanno potuto contare sul riconoscimento di un’attività lavorativa o di project work, complessivamente pari al 22,6% (21,3% tra i diplomati di master di primo livello e 24,2% tra quelli di secondo livello).
Lo stage è stato svolto all’estero dal 7,9% dei diplomati che hanno maturato tale tipo di esperienza.
Lo stage riscuote un generale apprezzamento tra i diplomati di master che hanno svolto tale tipo di esperienza, per molteplici aspetti oggetto di valutazione. Si è svolto secondo le modalità e i tempi previsti all'inizio del corso per il 69,0% dei diplomati (modalità di risposta “decisamente sì”), è stato coerente con il progetto formativo del master nel 59,4% dei casi e l’inserimento presso l’ente/azienda è stato decisamente adeguato per il 56,8%; i restanti aspetti rilevati (l’organizzazione dello stage e la definizione del progetto formativo) sono stati valutati in maniera decisamente positiva da poco più del 50% dei diplomati. I diplomati di secondo livello, che si ricorda sperimentano meno frequentemente tale tipo di esperienza, sono generalmente più soddisfatti rispetto a quelli di primo livello: apprezzano maggiormente la coerenza con il progetto formativo (il 65,8% rispetto al 55,8% tra i diplomati di primo livello) e la definizione del progetto formativo (il 58,8% rispetto al 50,3%). I corsi di master, alla luce dei giudizi espressi dai diplomati per quanto riguarda didattica, servizi e strutture, vengono complessivamente promossi (Figura 9).
Un indicatore importante della soddisfazione per il master è espresso dalla quota di coloro che, potendo tornare indietro, confermerebbero lo stesso percorso. Il 68,5% confermerebbe corso e ateneo scelto, il 5,4% sceglierebbe un corso di master differente pur rimanendo nello stesso ateneo, l’11,8% si iscriverebbe a un master in un altro ateneo italiano e un altro 8,0% si sposterebbe all’estero per frequentare un master; il restante 5,5% non si iscriverebbe più a un corso di master.
DAL RAPPORTO SULLA CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI DIPLOMATI DI MASTER
Il rapporto ha riguardato 12.033 diplomati di master del 2018 (59,4% i diplomati di primo livello e 40,6% i diplomati di secondo livello) provenienti da 23 atenei. Il tasso di risposta è del 60,0%.
A un anno dal conseguimento del master, il tasso di occupazione è complessivamente pari all’88,6%: 88,4% per i diplomati di master di primo livello e 89,0% per i diplomati di secondo livello. Sono considerati occupati tutti coloro che dichiarano di svolgere un’attività, anche di formazione, purché retribuita.
L’ultima indagine di AlmaLaurea, svolta nel 2019 mostra le buone performance dei diplomati di master e che i laureati necessitano di un tempo più lungo per avvicinarsi ai livelli occupazionali dei diplomati di master: è infatti solo dopo cinque anni dalla laurea che i laureati di secondo livello raggiungono un tasso di occupazione pari all’86,8%, un valore comunque ancora inferiore, seppure di poco, a quanto rilevato per i diplomati di master a un anno dal titolo di studio.
Lo stage svolto durante il master si configura frequentemente come un accesso privilegiato nel mercato del lavoro. Tra i diplomati di master, occupati a un anno e che hanno svolto uno stage durante il master, il 45,7% ha ricevuto una proposta di inserimento nell’ente o azienda presso cui lo ha svolto: il 37,5% lavora tuttora per lo stesso ente o azienda, il 5,1% ha dichiarato invece che il rapporto professionale è continuato per un certo periodo ma si è successivamente interrotto, mentre il 3,1% non ha accettato la proposta. Il 54,2% ha dichiarato che al termine dello stage è cessato qualunque rapporto con l’ente o azienda, non avendo ricevuto alcuna proposta di inserimento.
Una quota consistente e pari al 74,3% degli occupati (71,1% tra i diplomati di master di primo livello e 79,3% tra quelli di secondo livello) prosegue l’attività cominciata prima del master, segno che la scelta di questo tipo di formazione viene effettuata spesso per motivi di qualificazione professionale o di arricchimento culturale, come confermato nel Report 2020 sul Profilo dei Diplomati di master 2019. Il 9,9% ha invece dichiarato di avere cambiato il lavoro dopo la conclusione del master. Ne deriva che il 15,7% si è inserito nel mercato del lavoro solo dopo il conseguimento del diploma di master.
Tra chi prosegue il lavoro iniziato prima del conseguimento del titolo, il 67,9% dei diplomati ritiene che il master abbia comportato un miglioramento nel lavoro svolto. Gli aspetti del lavoro che hanno registrato un miglioramento riguardano soprattutto le competenze professionali (85,4% nel complesso e che raggiunge l’89,5% nell’area umanistica). Meno rilevante il miglioramento in termini di mansioni svolte (6,7% nel complesso; 8,6% nell’area scientifica e tecnologica), posizione lavorativa (6,1% complessivamente; 7,8% nell’area economica, giuridica e sociale e 7,1% nell’area scientifica e tecnologica) e, soprattutto, trattamento economico.
Per il 21,0%, dei diplomati che hanno iniziato l’attuale attività lavorativa dopo il conseguimento del titolo, il master è stato determinante; per il 42,6% il titolo di master ha contribuito in buona misura nell’ottenimento del lavoro; mentre chi pensa che il titolo di master abbia assunto un ruolo marginale per trovare un impiego rappresenta il 19,8%. Infine, un ulteriore 15,7% ritiene che il master non abbia avuto alcuna importanza a questo fine.
A un anno dal conseguimento del master il lavoro autonomo (liberi professionisti, lavoratori in proprio, imprenditori, ecc.) riguarda il 21,3% dei diplomati; i contratti di lavoro alle dipendenze a tempo indeterminato caratterizzano invece il 55,3% degli occupati; il 15,5% dichiara di essere stato assunto con un contratto non standard, in particolare a tempo determinato; residuali le altre forme contrattuali.
Larga parte dei diplomati di master, 54,3%, è assorbita dal settore privato; il 40,4% è invece occupato nel settore pubblico, mentre il 5,0% lavora nel settore non profit.
La quasi totalità (88,9%) dei diplomati di master risulta occupato nell’ambito del settore dei servizi; il settore dell’industria, invece, assorbe il 10,1% dei diplomati di master; meno dell’1% degli occupati ha trovato un impiego nel settore agricolo.
Ma qual è, nello specifico, la professione svolta dai diplomati di master occupati?
A livello complessivo oltre la metà dei diplomati di master svolge una professione intellettuale, scientifica e di elevata specializzazione (51,2%), mentre il 4,9% svolge una professione che rientra nell’ambito dell’alta dirigenza (direttore, dirigente o imprenditore); poco meno di un terzo svolge una professione tecnica (31,8%), mentre il restante 12,1% svolge una professione meno qualificata.
La retribuzione mensile netta, a un anno dal conseguimento del master, è pari in media a 1.717 euro, valore nettamente più elevato di quello osservato nel 2019 per i laureati di secondo livello intervistati a un anno dal titolo (+33,6%, 1.285 euro), ma anche per quelli intervistati a cinque anni dal titolo (+14,5%, 1.499 euro). La retribuzione, a un anno, è inoltre maggiore per i diplomati di master di secondo livello: 2.035 euro mensili netti (ammonta a 1.510 euro per quelli di primo livello).
Nel complesso il titolo di master è, a un anno, “molto efficace o efficace” per il 55,1% degli occupati e aumenta per i diplomati di master di secondo livello (58,7%; +5,8 punti rispetto a quelli di primo livello). Il 34,0% degli occupati dichiara che il titolo è “abbastanza efficace” per lo svolgimento del proprio lavoro (35,1% per i diplomati di primo livello e 32,4% per quelli di secondo livello), mentre il 10,8% ritiene che sia “poco o per nulla efficace” (12,1% e 8,9%, rispettivamente, per i diplomati di primo e di secondo livello).
La soddisfazione complessiva per il lavoro svolto raggiunge, in media, 7,9 punti su una scala da 1 a 10. Più in dettaglio, prendendo in esame i vari aspetti dell’attività lavorativa, si osserva che i diplomati di master si dichiarano maggiormente soddisfatti dell’utilità sociale del lavoro (8,2 punti, su scala da 1 a 10), nonché della coerenza con gli studi compiuti e del rapporto con i colleghi (8,0 per entrambi). Minor grado di soddisfazione si rileva, invece, per le opportunità di contatti con l’estero (5,4).
Consulta i report completi
V Indagine (2020) - Profilo dei Diplomati di master 2019
V Indagine (2020) - Condizione occupazionale dei Diplomati di master