Occupazione: +2,1 punti percentuali per i neo-laureati nelle Professioni Sanitarie

L'ultimo Rapporto AlmaLaurea conferma risultati occupazionali positivi per i laureati nelle Professioni Sanitarie, in controtendenza rispetto al complesso dei laureati di primo livello del 2019.

Cresce l’occupazione per le Professioni sanitarie in era Covid. Ad evidenziarlo è il Rapporto AlmaLaurea 2021 dal quale in generale emerge che, se la pandemia non ha bloccato la formazione, ha però parzialmente rallentato l’occupazione. Ma non per tutti.

In controtendenza, infatti, l’area delle Professioni sanitarie che registra un aumento della quota di occupati di 2,1 punti percentuali (dal 76,2% dei laureati del 2018 al 78,3% dei laureati del 2019 a un anno dal titolo).

Le Professioni Sanitarie si confermano ancora una volta il gruppo disciplinare più solido a livello occupazionale, pur considerando la flessione rispetto al periodo pre-pandemia (l’incremento tra il 2017 e il 2018 era stato di 5,9 punti percentuali) e la diminuzione di 8,7 punti percentuali rispetto a 13 anni fa (dall’87,0% del 2007 al 78,3% del 2019).

Confrontando i tassi di occupazione dei laureati nelle Professioni Sanitarie del 2018 e del 2019 intervistati a un anno dal conseguimento del titolo, è possibile rilevare una diversificazione tra le quattro aree che compongono le Professioni sanitarie.

L’area Infermieristica, con un’occupazione a un anno dalla laurea dell’81,8%, vede un aumento di 4,2 punti percentuali rispetto all’anno precedente, superando per la per la prima volta dopo 11 anni le professioni della Riabilitazione. Queste ultime scendono al 78,4% (-5,0 punti percentuali rispetto all’anno precedente) e rappresentando le uniche del settore a registrare una flessione. Infatti, salgono anche l’area Tecnica (+3,1 punti percentuali, dal 65,3% al 68,4%) e l’area della Prevenzione (+2,7 punti percentuali, dal 54,7% al 57,5%).

 

 

DIFFERENZA FRA LE 22 PROFESSIONI SANITARIE

Analizzando in dettaglio i tassi di occupazione a un anno dal titolo dei laureati del 2019 nelle 22 professioni sanitarie, ai primi posti - e sopra la media del 78,3% - troviamo: Igienista Dentale con 86,1%, Infermiere con 83,8%, Educatore professionale con 83,1%, Logopedista all’82,5%, Fisioterapista con 80,1% e Tecnico Audioprotesista con 79,2%.

 

L’EFFETTO DELLA PANDEMIA

significativi cambiamenti. Considerando il valore di aumento medio di +2,1 punti percentuali, di tutte le 22 professioni, solo sei registrano un aumento superiore, mentre tutte le altre 16 sono al di sotto.

Analizzando le variazioni tra i livelli occupazionali dei laureati del 2018 e quelli del 2019 a un anno dal titolo, ai primi posti per crescita troviamo: Assistente Sanitario con +17,1 punti percentuali (dal 59,3% al 76,4%); Tecnico di Laboratorio con +15,2 (dal 46,3% al 61,5%); Tecnico di Neurofisiopatologia con +8,1 (dal 63,3% al 71,4%), Tecnico di Radiologia con +6 (dal 67% al 73%); Infermiere con +4,5% (dal 79,3% al 83,8%) e Ostetrica con +4 punti percentuali (dal 53.9% al 57,9%). Sono tutte Professioni che negli scorsi anni soffrivano il blocco delle assunzioni nel pubblico impiego, ora interessato da un’eccezionale crescita con la pandemia.

 

 

Leggi l'approfondimento, basato su dati AlmaLaurea, curato da Angelo Mastrillo (Docente in Organizzazione delle Professioni Sanitarie all'Università di Bologna e Segretario della Conferenza Nazionale dei Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie) e pubblicato su Assocarenews.it e su Il Sole 24 Ore - Sanità24