Diplomati: caratteristiche e scelte post-diploma

Presentati a Roma i risultati delle Indagini AlmaDiploma

Si è svolto il 29 febbraio 2024 a Roma il XXI Convegno di AlmaDiploma, organizzato per presentare il Profilo dei diplomati e loro Esiti a distanza, percorsi di orientamento e scelte nella scuola secondaria di I e II grado.

La rilevazione sul Profilo ha riguardato quasi 29.000 diplomati del 2023. La rilevazione sugli Esiti a distanza del percorso formativo e lavorativo compiuto dai diplomati dopo il conseguimento del titolo ha riguardato quasi 33.000 diplomati del 2022 e 40.000 diplomati del 2020 contattati rispettivamente a uno e a tre anni dal conseguimento del titolo.

 

Valutazione dell’esperienza scolastica per i diplomati

I diplomati sono generalmente soddisfatti dell’esperienza scolastica compiuta e del rapporto con i docenti. La soddisfazione per l’esperienza complessiva riguarda il 72,7% per i liceali, il 73,7% per i tecnici e il 79,2% per i professionali, mentre la soddisfazione per la disponibilità al dialogo dei docenti si attesta al 60,4% per i liceali, al 66,7% per i tecnici e al 75,7% per i professionali.

Se tornassero ai tempi dell’iscrizione alla scuola secondaria di secondo grado oltre la metà dei diplomati confermerebbe la propria scelta. Al momento del conseguimento del titolo, infatti, la quota di chi si riscriverebbe allo stesso indirizzo della stessa scuola si attesta al 55,6% mentre, a un anno dal diploma, è il 59,5% che replicherebbe esattamente lo stesso percorso scolastico. 
Resta dunque consistente la quota di chi, se potesse tornare indietro, modificherebbe almeno parzialmente la scelta fatta. Le principali motivazioni del desiderio di cambiare almeno in parte il proprio percorso scolastico, espresse dai diplomati a un anno dal titolo, sono: studiare materie diverse (32,9%), compiere studi più adatti alla preparazione universitaria (20,8%), fare studi che preparino meglio al mondo del lavoro (18,1%).

 

Valutazione dell’orientamento in ingresso e in uscita

Tra i diplomati del 2023 il 91,8% ha dichiarato di aver svolto attività di orientamento organizzate dalla scuola secondaria di primo grado verso la scuola secondaria di secondo grado e il 46,1% di chi le ha svolte le ha ritenute rilevanti per la scelta della scuola.

Per quanto riguarda l’orientamento in uscita, il 78,5% dei diplomati 2023 ha svolto attività di orientamento organizzate dalla scuola per la scelta post-diploma. I diplomati che hanno svolto tali attività hanno valutato positivamente sia le informazioni ricevute sui percorsi successivi di istruzione e formazione (70,8%) sia le informazioni sul mondo del lavoro (56,9%). Per il 47,9% dei diplomati tali attività di orientamento sono risultate rilevanti nella scelta post-diploma. 
In entrambi i momenti di scelta, l’opinione dei genitori resta la più influente, in particolare quando i genitori sono laureati. Ne consegue che un orientamento efficace risulta ancora più cruciale proprio laddove il contesto familiare non riesca a svolgere pienamente questa funzione.

 

Scelte post-diploma

A un anno dal conseguimento del titolo, il 69,6% dei diplomati del 2022 prosegue la propria formazione ed è iscritto a un corso di laurea (il 49,3% si dedica esclusivamente agli studi universitari, il 20,3% ha scelto di coniugare studio e lavoro); invece il 18,8% ha preferito inserirsi esclusivamente nel mercato del lavoro. Nel quinquennio 2019-2023 aumenta sia la quota di iscritti all’università (+3,2 punti rispetto al 2019) sia la quota di occupati (+2,7 punti rispetto al 2019); ciò è dovuto, per tutti i tipi di diploma, all’aumento della quota di diplomati impegnati, contemporaneamente, sia negli studi universitari sia in un’attività lavorativa. 
La principale motivazione alla base della scelta di proseguire gli studi universitari è legata a componenti di natura lavorativa (63,4%), mentre il 35,3% dei diplomati è stato spinto dal desiderio di migliorare la propria formazione culturale.

A tre anni dal titolo è dedito esclusivamente al lavoro il 25,7% dei diplomati, il 44,9% si dedica esclusivamente agli studi universitari, mentre il 22,3 % concilia studio e lavoro.

 

Performance universitarie: orientamento e ripensamenti

Per la scelta post-diploma sono risultate rilevanti le attività di orientamento, in particolare nel ridurre i ripensamenti e rendere le carriere universitarie più brillanti. Per una parte di diplomati, infatti, la scelta di proseguire la propria formazione iscrivendosi all’università non è risultata vincente, portandoli a interrompere gli studi universitari (6,8% a un anno e 9,3% a tre anni) o a cambiare il proprio percorso di studio (9,3% a un anno e 14,9% a tre anni). La principale motivazione alla base di tali ripensamenti è legata a una insoddisfazione, rispetto alle aspettative iniziali, per le discipline insegnate, che sono risultate spesso poco interessanti, o per la difficoltà del corso; a questa, si aggiungono motivazioni legate alla insoddisfazione per l’ateneo (organizzazione, strutture, etc.) o alla difficoltà ad accedere al corso desiderato
Tuttavia, tra coloro che ritengono molto utili le attività di orientamento organizzate dalla scuola si registra una minore quotadi abbandoni degli studi universitari (6,5% rispetto al 7,6% di quanti le ritengono per niente utili) e di cambi di ateneo o corso di laurea (6,1% rispetto al 10,3% degli altri). 
È pur vero che nell’ultimo anno si registra una complessiva diminuzione dei ripensamenti rispetto alla scelta universitaria, riportando a valori prossimi a quelli osservati nel 2019, dopo l’aumento registrato nel 2022.

 

Caratteristiche del lavoro svolto a un anno dal diploma

Nel quinquennio 2019-2023, pur se con andamenti differenziati, si osserva una sostanziale stabilità della diffusione dei contratti alle dipendenze a tempo indeterminato e un forte aumento dei contratti a tempo determinato (+6,4 punti percentuali rispetto al 2019). I contratti formativi e il lavoro non regolamentato, invece, risultano in calo rispetto al 2019 (-3,1 e -1,7 punti percentuali, rispettivamente). Il lavoro part-time risulta in aumento, pur se con andamenti non lineari nel periodo in esame (+1,5 punti rispetto al 2022 e +2,6 punti rispetto al 2019). Anche le retribuzioni mensili nette, dopo il calo registrato negli anni più colpiti dall’emergenza sanitaria, figurano in aumento, tanto che nel 2023 raggiungono i valori massimi osservati nel quinquennio in esame, per tutti i tipi di diploma. Tuttavia, tenendo conto del mutato potere d’acquisto, in termini reali le retribuzioni risultano in diminuzione, nel quinquennio in esame, di oltre il 3% pur se con andamenti differenziati per tipo di diploma; tali risultati sono confermati anche limitando l’analisi solo a coloro che lavorano a tempo pieno e non sono iscritti all’università.

 

XXI Indagine sul Profilo dei Diplomati

XVIII Indagine sugli Esiti a distanza dei Diplomati

Comunicato stampa