Nel 1987 l’adozione del programma Erasmus da parte dell’Unione europea ha contribuito in modo decisivo allo sviluppo della mobilità internazionale degli studenti universitari.
Da allora, compiere un’esperienza di studio all’estero riconosciuta dal sistema universitario significa, nella grande maggioranza dei casi, partecipare a programmi di mobilità Erasmus.
Tali esperienze sono premianti dal punto di vista occupazionale: a parità di condizioni, chi ha svolto un periodo di studio all’estero riconosciuto dal proprio corso di studio ha il 12,3% di probabilità in più di essere occupato rispetto a chi non ha mai svolto un soggiorno all’estero.
A partire dal 2012 la diffusione delle esperienze di studio all’estero è stata sostanzialmente stabile e ha coinvolto tra il 12-13% dei laureati fino al 2020, per poi ridursi nel 2021 al 9,5% e al 9,0% nel 2022.
Seppure i dati facciano riferimento all’intero periodo di studio, la diminuzione evidenziata tra i laureati del 2021 e del 2022 è molto probabilmente attribuibile al periodo di emergenza pandemica, durante il quale le esperienze di studio all’estero hanno registrato una battuta d’arresto per le forti limitazioni imposte agli spostamenti.
Scendendo più in dettaglio, tra i laureati del 2022 le esperienze di studio all’estero sono realizzate nella maggior parte dei casi (6,9%) con programmi dell’Unione europea (Erasmus in primo luogo), mentre le altre esperienze riconosciute dal corso di studio (Overseas, tesi all’estero, ecc.) e, soprattutto, quelle su iniziativa personale sono del tutto marginali.
Laureati degli anni 2012-2022: esperienze di studio all’estero (valori percentuali)
Fonte: AlmaLaurea
Se si considerano congiuntamente le esperienze di studio nell’ambito dei programmi dell’Unione europea e degli altri programmi riconosciuti dal corso, si rileva che l’8,3% dei laureati ha maturato questo tipo di esperienza.
Tale quota era leggermente cresciuta fino al 2020, passando dal 9,0% del 2012 all’11,3%, ma per le ragioni appena esposte nel 2022 è tornata su livelli inferiori a quelli del 2012.
Paesi di destinazione più frequenti
Il Paese di destinazione più frequente è la Spagna, scelta dal 26,7% degli interessati, seguita da Francia (13,3%), Germania (10,1%) e Portogallo (5,3%).
Le destinazioni scelte dai laureati risentono dei mutamenti legati sia al contesto pandemico, che ha visto ridursi l’accesso a paesi extraeuropei quali la Cina e gli Stati Uniti, sia all’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, portando questo paese in settima posizione, dopo anni in cui si attestava tra i primi quattro paesi di destinazione.
Laureati dell’anno 2022 con un’esperienza di studio all’estero riconosciuta dal corso di laurea: Paese di soggiorno (valori percentuali)
Fonte: AlmaLaurea
Differenze per tipo di corso di laurea
La riduzione della partecipazione ai programmi di mobilità riconosciuti dal corso di laurea hariguardato tutti i tipi di corso, sebbene la penalizzazione sia stata più evidente tra i laureati magistrali biennali, che hanno vissuto la maggior parte della propria esperienza di studio nel pieno della pandemia da Covid-19.
Tra i laureati magistrali biennali, infatti, le esperienze di studio riconosciute dal corso sono diminuite rispetto ai laureati del 2020 di quasi 5 punti percentuali, mentre il calo è stato più contenuto tra i laureati magistrali a ciclo unico (superiore a 3 punti percentuali) e tra quelli di primo livello (oltre 2 punti).
Fra i laureati di primo livello del 2022 le esperienze di studio all’estero riconosciute dal corso di laurea hanno coinvolto il 5,9% degli studenti, con lievi differenze fra coloro che intendono proseguire con il biennio magistrale (6,3%) e coloro che dichiarano di volersi fermare al primo livello o di voler intraprendere un diverso percorso di studio (5,1%)
Fra i laureati magistrali biennali del 2022 il 10,6% ha svolto l’esperienza nel biennio magistrale e un altro 7,0% non ha partecipato a programmi nel biennio, ma ne aveva svolti nel primo livello, cosicché il 17,6% dei laureati magistrali biennali (era il 21,0% nel 2020) ha almeno un’esperienza di studio all’estero nel proprio curriculum formativo.
Nei corsi di laurea magistrale a ciclo unico la mobilità ha riguardato il 13,1% dei laureati.
Laureati dell’anno 2022: esperienze di studio all’estero riconosciute dal corso di laurea per tipo di corso (valori percentuali)
Fonte: AlmaLaurea
Differenze per gruppo disciplinare
Nonostante l’effetto della pandemia, si sono mantenute le note differenze fra gruppi disciplinari.
Le esperienze di studio all’estero riconosciute dall’università sono abbastanza frequenti solo fra gli studenti del gruppo linguistico (18,4%), mentre in tutti gli altri gruppi disciplinari la mobilità riguarda al più il 13% dei laureati.
Laureati dell’anno 2022: esperienze di studio all’estero riconosciute dal corso di laurea per gruppo disciplinare (valori percentuali)
Fonte: AlmaLaurea
Differenze per ripartizione geografica dell’ateneo
L’indagine sui laureati del 2022 conferma anche l’influenza della ripartizione geografica dell’ateneo sulla probabilità di partecipare alla mobilità per ragioni di studio.
Le università dell’Italia settentrionale, fra le 77 coinvolte nell’indagine, continuano ad osservare maggiore partecipazione ai programmi di mobilità (9,9%, che sale al 10,9% per il Nord-Est).
All’opposto sono le università del Mezzogiorno, meno inserite in reti di accordi sulla mobilità internazionale per motivi di studio, ad osservare la minore partecipazione a questi programmi (6,2%, che sale però al 7,8% per le Isole).
Laureati dell’anno 2022: esperienze di studio all’estero riconosciute dal corso di laurea per ripartizione geografica dell’ateneo (valori percentuali)
Fonte: AlmaLaurea
Differenze per background socio-economico e culturale
Le condizioni socio-culturali ed economiche della famiglia di origine (livello di istruzione dei genitori e status sociale) costituiscono fattori selettivi nei confronti della probabilità di accesso allo studio all’estero.
I laureati che hanno svolto tale esperienza risultano il 13,6% fra i figli di genitori entrambi in possesso di laurea e sono il 5,9% fra i figli di genitori che hanno titoli inferiori al diploma o nessun titolo.
Anche il contesto socio-economico di provenienza ha un ruolo importante: per le famiglie di estrazione sociale meno elevata, infatti, un soggiorno all’estero viene verosimilmente visto come un impegno oneroso che le borse Erasmus o altre fonti di finanziamento non sono sufficienti a compensare.
I laureati che hanno svolto un’esperienza di studio all’estero, infatti, sono il 10,9% tra quelli di estrazione più elevata e il 6,3% tra quelli provenienti da contesti meno favoriti.
Laureati dell’anno 2022: esperienze di studio all’estero riconosciute dal corso di laurea per titolo di studio dei genitori e classe sociale (valori percentuali)
Fonte: AlmaLaurea
Differenze per tipo di diploma
Le esperienze di studio all’estero riconosciute dal corso di studio sono molto più diffuse tra chi ha conseguito un diploma liceale (8,8%) rispetto a chi si è diplomato in un indirizzo tecnico (5,8%) o professionale (4,0%).
Le esperienze di studio all’estero, inoltre, sono diffuse soprattutto tra chi ha migliori performance alla scuola secondaria di secondo grado in termini di voto di diploma.
Esami e tesi all’estero
L’82,6% dei laureati che ha svolto un’esperienza di studio all’estero riconosciuta dal corso ha sostenuto esami all’estero poi convalidati in Italia: tale quota sale al 90,5% tra i laureati di primo livello, mentre si ferma al 74,2% tra i magistrali biennali.
La minore partecipazione ai programmi di studio all’estero, non ha inciso su una riduzione della quota di coloro che hanno sostenuto esami all’estero, che negli ultimi dieci anni ha registrato un incremento di quasi 10 punti percentuali.
I laureati che hanno svolto una tesi all’estero sono il 25,1% di coloro che hanno avuto un’esperienza di studio all’estero riconosciuta, quota che sale al 41,7% tra i laureati magistrali biennali.
Valutazione dell’esperienza
L’81,8% dei laureati del 2022 che ha partecipato a programmi di mobilità per studio riconosciuti dal corso ha ritenuto l’esperienza di studio all’estero decisamente soddisfacente (se si prendono in considerazione anche i moderatamente soddisfatti la quota dei soddisfatti sale al 97,6%), senza particolari differenze per tipo di corso e gruppo disciplinare.
Sintesi del Rapporto AlmaLaurea (.pdf)
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