Le retribuzioni dei laureati: un’analisi approfondita

Il tema delle retribuzioni è senz’altro uno degli aspetti che desta maggior interesse quando si parla di occupazione dei laureati. L’indagine di AlmaLaurea consente, come ogni anno, di approfondire e completare il quadro sul tema, attraverso le analisi svolte per tipo di corso di laurea e gruppo disciplinare, considerando anche le disparità di genere e le differenze territoriali.

Per tutti i collettivi analizzati, i livelli retributivi osservati nel 2022 risultano in aumento rispetto a quelli registrati nelle precedenti rilevazioni.

Tuttavia, una più corretta analisi temporale deve tenere conto del mutato potere d’acquisto, soprattutto in un periodo, come quello dell’anno 2022 e i mesi a seguire, caratterizzato da elevati livelli di inflazione, legati soprattutto alla perdurante instabilità geopolitica.

Considerando dunque le retribuzioni reali, il quadro che emerge muta, evidenziando, per tutti i collettivi, una diminuzione delle retribuzioni rispetto all’indagine del 2021, che interrompe il trend di progressivo aumento osservato negli ultimi anni.

Nel 2022 la retribuzione mensile netta a un anno dal titolo è, in media, pari a:

  • 332 euro per i laureati di primo livello
  • 366 euro per i laureati di secondo livello.

Il confronto con le rilevazioni precedenti mostra un tendenziale aumento delle retribuzioni in termini nominali, ossia considerando i valori effettivamente raccolti dalle dichiarazioni dei laureati nelle interviste.

In termini reali, ossia tenendo conto del mutato potere d’acquisto, si osserva, al contrario, una diminuzione delle retribuzioni rispetto all’indagine del 2021:

  • -4,1% per i laureati di primo livello
  • -5,1% per quelli di secondo livello.

Tale andamento, dunque, interrompe il trend positivo rilevato già da diversi anni, anche se i livelli retributivi risultano comunque in aumento rispetto a quelli registrati nel periodo pre-pandemico.

Su tali tendenze incide la diversa diffusione del lavoro part-time, che, nel 2022 coinvolge il 18,6% dei laureati di primo livello e il 14,2% di quelli di secondo livello.

Per una migliore valutazione delle tendenze retributive, pertanto, sono stati svolti specifici approfondimenti che hanno tenuto conto della diversa diffusione del part-time: tali analisi hanno mostrato che le tendenze retributive sopra descritte sono comunque confermate anche limitando l’analisi ai soli occupati a tempo pieno.

A cinque anni dal titolo la retribuzione mensile netta è pari a:

  • 635 euro per i laureati di primo livello
  • 697 euro per i laureati di secondo livello.

L’analisi temporale conferma anche a cinque anni dalla laurea le tendenze sopra evidenziate, caratterizzate da un’interruzione nell’ultimo anno del trend di miglioramento dei livelli retributivi osservati già da alcuni anni: le retribuzioni reali figurano infatti in diminuzione rispetto all’analoga rilevazione del 2021 (-2,4% per i laureati di primo livello -3,3% per quelli di secondo livello).

Inoltre, l’analisi temporale, condotta sui laureati del 2017, consente di apprezzare un forte aumento dei salari reali, tra uno e cinque anni:

  • +32,2% tra i laureati di primo livello (da 1.237 euro quando furono intervistati a un anno ai 1.635 euro)
  • +31,2% tra i laureati di secondo livello (da 1.294 euro a 1.697 euro).

Le tendenze qui osservate risentono anche della diversa diffusione del lavoro a tempo parziale. Anche in tal caso, le tendenze retributive sopra descritte sono comunque confermate anche limitando l’analisi ai soli occupati a tempo pieno.

Differenze per gruppo disciplinare

Differenze retributive si riscontrano anche all’interno dei vari gruppi disciplinari

Tra i laureati di primo livello, a un anno dalla laurea, retribuzioni più elevate sono associate ai laureati dei gruppi:

  • medico-sanitario (in media, 1.559 euro mensili netti)
  • informatica e tecnologie ICT (1.534 euro)
  • ingegneria industriale e dell'informazione (1.501 euro).

Livelli retributivi nettamente inferiori alla media (meno di 1.200 euro mensili) si riscontrano invece tra i laureati dei gruppi:

  • educazione e formazione
  • arte e design
  • scienze motorie e sportive
  • linguistico

Anche tra i laureati di secondo livello le retribuzioni sono particolarmente elevate tra gli occupati dei gruppi:

  • informatica e tecnologie ICT (1.723 euro)
  • ingegneria industriale e dell'informazione (1.618 euro)
  • medico-sanitario e farmaceutico (1.616 euro).

Le retribuzioni sono, invece, decisamente inferiori alla media (1.100 euro mensili) nei gruppi disciplinari

  • psicologico
  • giuridico
  • scienze motorie e sportive

Rispetto alla precedente indagine, la retribuzione risulta in calo per tutti i gruppi disciplinari, ad eccezione, tra i laureati di primo livello, dei gruppi architettura e ingegneria civile, giuridico e linguistico. Non ci sono eccezioni tra i laureati di secondo livello.

Il quadro appena dipinto resta sostanzialmente confermato anche a cinque anni dal titolo: le retribuzioni più consistenti sono associate ai laureati dei gruppi informatica e tecnologie ICT e ingegneria industriale e dell'informazione (con valori che superano i 1.800 euro per i laureati di primo livello e i 2.000 euro per quelli di secondo livello).

A fondo scala si confermano invece i laureati del gruppo educazione e formazione, con valori decisamente più bassi della media.

Variazione retribuzioni tra 1 e 5 anni dalla laurea

L’analisi temporale condotta sui laureati del 2017 mostra un generale aumento, rispetto alla rilevazione svolta, sulla medesima coorte, a un anno dal titolo, delle retribuzioni per tutti i gruppi disciplinari in esame.

Tra i laureati di primo livello questo è verificato, in particolare, per i laureati dei gruppi:

  • letterario-umanistico (+43,6%)
  • arte e design (+41,4%)
  • architettura e ingegneria civile (+37,6%).

L’aumento retributivo più contenuto, al contrario, si rileva per i laureati dei gruppi:

  • agrario-forestale (+17,3%)
  • educazione e formazione (+17,6%).

Tra i laureati di secondo livello, a rilevare un maggior aumento retributivo, con incrementi che superano il 50%, sono i laureati dei gruppi:

  • giuridico
  • psicologico
  • architettura e ingegneria civile.

Aumenti retributivi più contenuti, ma comunque rilevanti, si osservano, invece, tra i laureati di secondo livello, nei gruppi:

  • educazione e formazione (+11,7%)
  • medico-sanitario e farmaceutico (+14,7%).

Naturalmente tali andamenti dipendono anche dalla situazione retributiva osservata a un anno dalla laurea.

Infatti, gli incrementi retributivi maggiori sono generalmente osservati all’interno dei gruppi che a un anno dalla laurea percepivano retribuzioni modeste; viceversa, le variazioni più contenute, seppure rilevanti, sono osservate nei gruppi che mostravano, già a un anno dal titolo, retribuzioni elevate.

Ciò tuttavia non è confermato in tutti i gruppi disciplinari: ad esempio, i laureati di primo livello di educazione e formazione, che a un anno dal titolo presentavano livelli retributivi tra i più bassi, ancora a cinque anni risultano penalizzati.

Laureati degli anni 2021 e 2017 occupati a uno e cinque anni dal conseguimento del titolo: retribuzione mensile netta per gruppo disciplinare e tipo di corso (valori medi in euro)

Laureati degli anni 2021 e 2017 occupati a uno e cinque anni dal conseguimento del titolo: retribuzione mensile netta per gruppo disciplinare e tipo di corso

Fonte: AlmaLaurea

Differenze territoriali

L’analisi per ripartizione geografica di lavoro evidenzia importanti differenze retributive che vedono avvantaggiati i laureati che lavorano al Nord e -soprattutto- all’estero, rispetto a coloro che lavorano nel Mezzogiorno.

A un anno dal conseguimento del titolo, il vantaggio retributivo degli occupati al Nord è del:

  • 7,6% tra i laureati di primo livello (percepiscono in media 1.350 euro rispetto ai 1.255 di quelli del Mezzogiorno)
  • del 14,2% tra quelli di secondo livello (1.388 euro rispetto ai 1.215 euro del Mezzogiorno).

Si registra un aumento dei differenziali retributivi a favore del Nord, rispetto all’indagine del 2021, quado erano pari a:

  • 4,9% tra i laureati di primo livello
  • 12,3% tra i laureati di secondo livello.

Tale aumento è determinato dalla maggiore riduzione delle retribuzionireali tra gli occupati nel Mezzogiorno rispetto a quanto osservato tra coloro che lavorano al Nord.

È all’estero però che si concentrano le retribuzioni più elevate, già a un anno dal titolo:

  • 750 euro tra i laureati di primo livello
  • 967 euro tra quelli di secondo livello.

Anche a cinque anni dal conseguimento del titolo le evidenze fin qui delineate sono sostanzialmente confermate, evidenziando il vantaggio retributivo degli occupati al Nord rispetto a quanti lavorano nel Mezzogiorno:

  • +12,8% tra i laureati di primo livello (1.610 euro al Nord rispetto ai 1.427 euro del Mezzogiorno)
  • +13,0% tra quelli di secondo livello (rispettivamente, 1.703 e 1.508 euro).

Infine le retribuzioni di chi lavora all’estero sono decisamente più alte:

  • 600 euro mensili netti tra i laureati di primo livello
  • 577 euro tra quelli di secondo livello.

Laureati dell’anno 2021 e 2017 occupati a uno e cinque anni dal conseguimento del titolo: retribuzione mensile netta per ripartizione geografica di lavoro e tipo di corso (valori medi in euro)

Laureati dell’anno 2021 e 2017 occupati a uno e cinque anni dal conseguimento del titolo: retribuzione mensile netta per ripartizione geografica di lavoro e tipo di corso (valori medi in euro)

Fonte: AlmaLaurea

Differenze di genere

Anche la rilevazione del 2022 conferma le note differenze di genere nei livelli retributivi, che vedono avvantaggiata la componente maschile.

A un anno dalla laurea, gli uomini percepiscono una retribuzione più elevata rispetto a quella delle donne del:

  • 13,0% tra i laureati di primo livello (1.431 euro e 1.267 euro, rispettivamente)
  • 15,6% tra i laureati di secondo livello (1.478 e 1.278 euro).

Rispetto all’indagine del 2021, si registra un aumento del differenziale di genere, quando era pari a:

  • 11,7% tra i laureati di primo livello
  • 13,3% tra i laureati di secondo livello.

Tale aumento è determinato dalla maggiore riduzione delle retribuzioni reali delle donne rispetto a quelle degli uomini.

Le differenze di genere nei livelli retributivi si attenuano considerevolmente se si considerano i soli laureati che hanno iniziato l’attuale attività lavorativa dopo la laurea e lavorano a tempo pieno: complessivamente, tra i laureati di primo livello il divario si riduce fino al:

  • 3,3%, tra i laureati di primo livello
  • 10,5% tra i laureati di secondo livello

Tale vantaggio retributivo è tra l’altro confermato, seppur con diversa intensità, in tutti i gruppi disciplinari.

Tra i laureati di primo livello, il differenziale, sempre a favore degli uomini, è maggiore tra coloro che provengono dai gruppi:

  • giuridico (+16,1%)
  • scienze motorie e sportive (+15,3%)
  • economico (+13,3%) e politico-sociale (+13,1%).

Tra i laureati di secondo livello, invece, i differenziali retributivi più elevati, sempre a favore degli uomini, sono registrati nei gruppi:

  • architettura e ingegneria civile (+14,3%)
  • medico-sanitario e farmaceutico (+10,7)
  • agrario-forestale e veterinario (+10,5%).

Laureati dell’anno 2021 occupati a un anno dal conseguimento del titolo: retribuzione mensile netta per gruppo disciplinare, genere e tipo di corso (valori medi in euro)

Laureati dell’anno 2021 occupati a un anno dal conseguimento del titolo: retribuzione mensile netta per gruppo disciplinare, genere e tipo di corso (valori medi in euro)

Fonte: AlmaLaurea

A cinque anni dalla laurea, gli uomini percepiscono una retribuzione più elevata rispetto a quella delle donne del:

  • 16,5% tra i laureati di primo livello (1.807 euro rispetto ai 1.551 euro) e, tra quelli di secondo livello,
  • 17,1% tra i laureati di secondo livello (1.853 euro rispetto ai 1.583 euro).

Anche in tal caso le differenze di genere si attenuano, pur rimanendo consistenti, soprattutto tra i laureati di secondo livello, se si considerano i soli laureati che hanno iniziato l’attuale attività lavorativa dopo la laurea e lavorano a tempo pieno: complessivamente, il divario è pari al:

  • 9,9%, tra i laureati di primo livello (1.812 euro rispetto ai 1.648 delle donne)
  • 14,2% tra i laureati di secondo livello (1.872 euro rispetto ai 1.640 delle donne).

Le differenze di genere sono confermate all’interno di ciascun gruppo disciplinare, laddove le numerosità siano sufficienti a garantire confronti attendibili.

Tra i laureati di primo livello a cinque anni dalla conclusione degli studi, il differenziale retributivo, a favore degli uomini, è particolarmente evidente nei gruppi:

  • giuridico (+20,0%)
  • linguistico (+19,1%)
  • informatica e tecnologie ICT (+17,3%).

Tra i laureati di secondo livello, invece, gli uomini percepiscono più delle donne in particolare nei gruppi:

  • informatica e tecnologie ICT (+16,3%)
  • architettura e ingegneria civile (+12,6%)
  • economico (+12,0%).

Si confermano, infine, differenze di genere anche rispetto alla presenza di figli all’interno del nucleo familiare.

Isolando, in particolare, i soli laureati di secondo livello che lavorano a tempo pieno e hanno iniziato l’attuale lavoro dopo il conseguimento del titolo, a un anno dalla laurea, la componente maschile percepisce retribuzioni più elevate rispetto a quella femminile del:

  • 10,3% tra i laureati senza figli (1.500 euro per gli uomini, 1.360 euro per le donne)
  • 26,0% tra i laureati che ne hanno almeno uno (1.752 euro e 1.391 euro, rispettivamente).

I differenziali, sempre a favore della componente maschile, sono confermati anche a cinque anni dalla laurea di secondo livello:

  • +13,4% tra i laureati che non hanno figli
  • +25,0% tra i laureati che ne hanno almeno uno.

Laureati dell’anno 2017 occupati a cinque anni dal conseguimento del titolo: retribuzione mensile netta per gruppo disciplinare, genere e tipo di corso (valori medi in euro)

Laureati dell’anno 2017 occupati a cinque anni dal conseguimento del titolo: retribuzione mensile netta per gruppo disciplinare, genere e tipo di corso (valori medi in euro)

Fonte: AlmaLaurea

I fattori che incidono sulla retribuzione mensile netta dei laureati a un anno dal titolo

Uno specifico approfondimento ha analizzato congiuntamente i molteplici fattori che incidono sulla retribuzione mensile netta dei laureati a un anno dal titolo.

Sintetizzando le principali evidenze, emerge che, anche a parità di altre condizioni si conferma il vantaggio retributivo dei laureati di secondo livello, rispetto a quelli di primo livello, di quasi 100 euro netti in più al mese.

Un effetto determinante sui differenziali retributivi dei neolaureati è dato, a parità delle altre condizioni osservate, dal gruppo disciplinare.

Rispetto ai laureati del gruppo politico-sociale e comunicazione, percepiscono, in media, retribuzioni significativamente superiori i laureati dei gruppi:

  • medico-sanitario e farmaceutico (+272 euro mensili netti)
  • informatica e tecnologie ICT (+207 euro)
  • ingegneria industriale e dell'informazione (+204 euro)
  • economico (+109 euro).

All’opposto, sono più svantaggiati dal punto di vista retributivo soprattutto i laureati del gruppo giuridico (-102 euro mensili netti).

Inoltre, si confermano significative le tradizionali differenze di genere, che vedono, in media, un vantaggio retributivo degli uomini rispetto alle donne, di 70 euro netti in più al mese.

Si rilevano differenziali retributivi anche in termini territoriali, che confermano il vantaggio retributivo di chi lavora al Nord (+101 euro mensili netti) e, soprattutto, di chi lavora all’estero (oltre 600 euro netti mensili in più) rispetto a chi lavora nel Mezzogiorno.

È opportuno tuttavia tenere in considerazione le differenze nel costo della vita che caratterizzano i diversi Paesi, e le aree territoriali all’interno del medesimo Paese, differenze che sortiscono un impatto sulle retribuzioni.

Anche le caratteristiche specifiche del lavoro evidenziano, a parità di tutte le altre condizioni, importanti differenze retributive in termini contrattuali (rispetto a chi è occupato con altre forme di lavoro, +447 euro per chi svolge un’attività in proprio e +302 euro per chi è assunto con un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato), in relazione alla professione svolta dai laureati (+141 euro per chi svolge una professione di livello elevato rispetto a chi svolge un’altra professione), al settore e al ramo di attività economica in cui opera l’azienda (ad esempio, +143 euro per chi lavora nel settore pubblico rispetto a chi è occupato nel privato), nonché in funzione della diffusione di attività a tempo pieno e parziale (+272 euro per chi lavora a tempo pieno rispetto a quanti lavorano part-time).

 

Sintesi del Rapporto AlmaLaurea (.pdf)

Consulta i dati: