Il Rapporto AlmaLaurea 2025 sulla Condizione occupazionale dei laureati consente di tracciare le caratteristiche del lavoro svolto dai laureati, mettendone in luce diversi aspetti: dalla tipologia di attività lavorativa alla retribuzione, dal settore e ambito economico di impiego al livello di soddisfazione raggiunto.
Nell’approfondimento che segue, si fa riferimento a 60 mila laureati di primo livello (considerati solo i laureati non iscritti ad altro corso di laurea) del 2019 e 123 mila laureati di secondo livello contattati a 5 anni dalla laurea, in modo da restituire la fotografia di una situazione più stabile degli esiti occupazionali.
I dati mostrano come la maggioranza dei laureati sia assunta con un contratto a tempo indeterminato, impiegata nel settore privato e soddisfatta del lavoro svolto; esistono, tuttavia, differenziazioni importanti sia a livello di retribuzioni sia a livello di ramo di attività economica in cui ciascun laureato si inserisce.
Tipologia di attività lavorativa a cinque anni: crescono i contratti a tempo indeterminato
A cinque anni dal conseguimento del titolo i contratti a tempo indeterminato sono il 73,9% tra gli occupati di primo livello e il 54,6% tra gli occupati di secondo livello (+1,2 punti percentuali e +2,0 punti rispetto all’indagine del 2023); si tratta del valore più alto osservato per entrambi i collettivi negli ultimi sette anni.
È assunto con un contratto a tempo determinato l’8,4% dei laureati di primo livello e il 13,5% dei laureati di secondo livello. I contratti formativi coinvolgono rispettivamente il 4,3% e il 9,4% degli occupati, mentre tutte le altre forme di lavoro sono residuali.
Il lavoro autonomo (liberi professionisti, lavoratori in proprio, imprenditori, ecc.) coinvolge il 7,9% degli occupati di primo livello e il 15,2% degli occupati di secondo livello.
Quasi due laureati su tre sono occupati nel settore privato
A cinque anni dalla conclusione degli studi il 56,7% degli occupati di primo livello e il 60,4% di quelli di secondo livello è occupato nel settore privato, mentre il 35,0% e il 36,9% è impegnato nel settore pubblico. Il settore non profit coinvolge l’8,1% degli occupati di primo livello e il 2,6% degli occupati di secondo livello.
Concentrando l’attenzione su coloro che sono impegnati in attività non autonome e che hanno iniziato l’attuale attività lavorativa dopo aver acquisito il titolo, è possibile fare un confronto tra i due settori a cinque anni dalla laurea che consente di sottolineare come i contratti a tempo indeterminato siano più diffusi nel settore pubblico tra i laureati di primo livello (85,4%, rispetto al 75,7% registrato nel privato; +9,7 punti percentuali) e, al contrario, nel settore privato tra quelli di secondo livello (84,2%, rispetto al 34,4% registrato tra quelli del pubblico; +49,8 punti).
Dove lavorano i laureati a 5 anni dalla laurea
L’indagine a cinque anni dal conseguimento del titolo consente di apprezzare meglio i percorsi di transizione studi universitari/lavoro, mettendo in luce, generalmente, una maggiore coerenza fra studi compiuti e attività lavorativa svolta.
Il settore dei servizi coinvolge l’85,8% degli occupati di primo livello e l’80,6% di quelli di secondo livello.
Le quote di occupati nel settore industriale si attestano, rispettivamente, al 12,2% e al 18,4%, mentre quelle nel settore agricolo sono residuali (1,0% e 0,7%).
Si rileva un’elevata concentrazione in pochi rami di attività economica tra i laureati del gruppo:
- Medico-sanitario e farmaceutico (sanità e, per i laureati di secondo livello, anche istruzione e formazione nonché commercio)
- Educazione e formazione (istruzione e ricerca e, per i laureati di primo livello, anche servizi sociali e personali)
e solo per i laureati di secondo livello nei gruppi:
- Letterario-umanistico (istruzione e ricerca, servizi ricreativi e culturali e pubblica amministrazione)
- Scienze motorie e sportive (istruzione e ricerca e servizi ricreativi e culturali per i laureati)
Ampio è invece il ventaglio di rami (almeno 8) in cui operano i laureati del gruppo politico-sociale e comunicazione e di quello economico.
Retribuzioni a cinque anni: in aumento rispetto al 2023
La retribuzione mensile netta è pari a 1.770 euro per i laureati di primo livello e a 1.847 euro per quelli di secondo livello (+2,9% per i laureati di primo livello e +3,6% per quelli di secondo livello rispetto alla rilevazione precedente, in termini reali).
Differenze di retribuzione tra pubblico e privato
A cinque anni dal titolo, la retribuzione mensile media netta per i laureati di primo livello è pari a 1.791 euro nel settore privato e 1.822 euro nel settore pubblico (+1,7% a favore del pubblico). Se si considerano solo coloro che hanno iniziato l’attuale attività lavorativa dopo la laurea e lavorano a tempo pieno, il differenziale settoriale si riduce: la retribuzione si attesta intorno ai 1.850 euro in entrambi i settori.
Tra i laureati di secondo livello, invece, si evidenzia uno svantaggio retributivo del settore pubblico rispetto a quello privato (-11,7%): le retribuzioni mensili nette sono pari a 1.716 euro nel pubblico e 1.944 euro nel privato. Limitando l’analisi a coloro che hanno iniziato l’attuale attività lavorativa dopo il conseguimento del titolo e lavorano a tempo pieno, le differenze retributive tra pubblico e privato aumentano ulteriormente attestandosi a -13,2% (1.725 euro per il settore pubblico e 1.988 euro per quello privato).
Differenze retributive per ramo di attività economica
A cinque anni dal conseguimento del titolo di primo livello, le retribuzioni più elevate (superiori a 1.900 euro) si rilevano nei rami:
- Credito e assicurazioni
- Informatica
- Sanità
A fondo scala si trovano i rami (non raggiungono i 1.400 euro mensili):
- Istruzione e ricerca
- Servizi sociali e personali
A cinque anni dal conseguimento del titolo di secondo livello, le retribuzioni più elevate (superiori a 2.000 euro) si rilevano nei rami:
- Informatica
- Metalmeccanica
- Industria chimica/energetica
- Industria manifatturiera
- Credito e assicurazioni
A fondo scala si trovano i rami:
- Servizi sociali e personali (1.426 euro)
- Istruzione e ricerca (1.561 euro)
- Servizi ricreativi e culturali (1.592 euro)
Buona soddisfazione per l’attività lavorativa svolta
La soddisfazione generale per il lavoro svolto a cinque anni è ben al di sopra della sufficienza: su una scala 1-10, la media è pari al 7,3 tra i laureati di primo livello e al 7,9 tra quelli di secondo livello.
Per i laureati di primo livello, non emergono differenze tra settore pubblico (7,2) e settore privato (7,3).
Per i laureati di secondo livello, la soddisfazione è leggermente più alta nel settore pubblico (8,0) rispetto a quello privato (7,8).
Nel pubblico impiego, livelli più alti di soddisfazione riguardano l’utilità sociale del lavoro svolto, la coerenza con gli studi compiuti e l’utilizzo delle competenze acquisite.
Gli aspetti per i quali i laureati assorbiti dal settore privato mostrano una maggiore soddisfazione sono invece le opportunità di contatti con l’estero, le prospettive di guadagno e la flessibilità dell’orario.