Salgono le performance dei laureati, scende il valore reale delle loro retribuzioni

Presentato il XXV Rapporto AlmaLaurea: si evidenziano tassi di occupazione più alti, retribuzioni reali influenzate dal contesto geopolitico, caro-affitti e ripresa della mobilità dei laureati per motivi di lavoro

Il XXV Rapporto AlmaLaurea sul Profilo e sulla Condizione Occupazionale dei Laureati è stato presentato il 12 giugno 2023 dalla Direttrice del Consorzio Marina Timoteo, all'Università degli Studi di Palermo, nell’ambito del convegno Mobilità territoriale dei laureati: quale sostenibilità?, organizzato con il Ministero dell'Università e della Ricerca e con il patrocinio della CRUI - Conferenza dei Rettori delle Università Italiane.

Il Rapporto 2023 sul Profilo dei Laureati di 77 atenei si basa su una rilevazione che coinvolge oltre 281mila laureati del 2022 e restituisce un’approfondita fotografia delle loro principali caratteristiche.

Il Rapporto 2023 sulla Condizione occupazionale dei Laureati di 78 atenei ha coinvolto circa 670mila laureati, analizzando i risultati raggiunti nel 2022 nel mercato del lavoro da chi si è laureato da uno, tre e cinque anni.

Completa il Rapporto 2023 il Focus sulla Mobilità territoriale, che offre un quadro sugli spostamenti dei laureati per motivi di studio e di lavoro.

 

Continuano gli effetti della pandemia

Sulle dinamiche di chi si è laureato nel 2022 continuano a manifestarsi alcuni effetti dell’emergenza pandemica, già rilevati nel 2021. In particolare, sono diminuite ulteriormente le esperienze di studio all’estero e la fruizione di alcune strutture universitarie (postazioni informatiche, laboratori, biblioteche e sale studio).
 

Performance dei laureati

Dalla rilevazione del 2022 emergono migliori performance universitarie: una maggiore regolarità dei percorsi di studio (il 62,5% degli intervistati ha concluso il percorso universitario nei tempi previsti dagli ordinamenti), un’età alla laurea sempre più bassa (25,6 anni) e voti di laurea più elevati (in media, 104,0 su 110).
 

Soddisfazione per l’esperienza universitaria

Dai molteplici indicatori emerge una valutazione positiva dell’università: il 90,5% dei laureati dichiara una soddisfazione complessiva per il corso di laurea scelto, il 72,6% confermerebbe la scelta compiuta sia di corso sia di ateneo e appena il 2,2% non sceglierebbe più l’università. Soddisfazione ampia anche per i servizi per il diritto allo studio, anche se fra i meno graditi si individuano i contributi per l’affitto (61,7%). Negli ultimi due anni diminuisce la soddisfazione espressa dagli studenti rispetto ai costi e alla qualità degli alloggi presi in affitto durante il percorso universitario (-3,2 e -1,1 punti percentuali, rispettivamente).
 

Mobilità per motivi di studio: si conferma la direzione Sud-Nord, dall’estero vince la Cina

Dal confronto tra la ripartizione geografica di conseguimento del diploma e quella della laurea, emerge che il 18,1% dei laureati del 2022 ha sperimentato un cambio di ripartizione territoriale per motivi di studio, che continua a svilupparsi lungo la direttrice Sud-Nord: il 28,6% (dato in crescita rispetto al 2013, quando era il 23,2%) di chi ha conseguito il diploma al Mezzogiorno ha scelto un ateneo di una ripartizione geografica diversa. È il 13,9% tra i laureati diplomati al Centro e il 3,6% tra quelli del Nord.

Tra i laureati del 2022, i cittadini stranieri con un diploma conseguito all’estero (verosimilmente la fascia di popolazione che si è trasferita in Italia al momento della scelta universitaria) si attestano al 2,7%, quota in lieve aumento negli ultimi anni (era il 2,1% nel 2012). Questi laureati sono relativamente più rappresentati nei percorsi di architettura e ingegneria civile (7,3%) e informatica e tecnologie ICT (4,5%). Lo Stato più rappresentato è la Cina con il 9,8%; seguono l’India (8,1%) e l’Iran (7,6%).
 

Lavoro: le aspettative

Negli ultimi anni cambiano le aspettative nei confronti del mondo del lavoro e delle modalità in cui svolgerlo, con una decisa ricerca di un maggiore work-life balance testimoniato dall’aumentata disponibilità a lavorare in smart working (40,5% nel 2022) e da un incremento dell’importanza attribuita a tempo libero, flessibilità dell’orario, autonomia. In ogni caso, i laureati 2022 dichiarano maggiormente rilevanti nel lavoro futuro i seguenti aspetti: acquisizione di professionalità (78,1%), stabilità del posto di lavoro (71,7%), possibilità di carriera (70,4%) e di guadagno (68,3%), indipendenza o autonomia (63,1%).
 

Sul mercato del lavoro

Nel 2022 migliora ancora la capacità di assorbimento del mercato del lavoro arrestata, seppure temporaneamente, dall’avvento della pandemia. Si registrano infatti elevati tassi occupazionali tra i laureati, sia di primo sia di secondo livello (rispettivamente 75,4% e 77,1% a un anno dal conseguimento del titolo; 92,1% e 88,7% a cinque anni).

Rilevanti per l’ingresso nel mondo del lavoro risultano le esperienze maturate durante gli studi. In particolare, a parità di condizioni, i soggiorni di studio all’estero riconosciuti dal corso di laurea (svolti dall’8,3% dei laureati 2022, con una soddisfazione al 95%) alzano del 12,3% la probabilità di trovare lavoro, mentre i tirocini curriculari (svolti dal 59,4% dei laureati 2022 e in aumento nell’ultimo anno) offrono il 4,3% di probabilità in più di avere un’occupazione a un anno dal titolo.

Per tutti i collettivi esaminati, nel 2022 le retribuzioni mensili nette sono risultate in calo in termini reali, cioè se si tiene conto del potere d’acquisto mutato dagli elevati livelli di inflazione, conseguenza della perdurante instabilità geopolitica.
 

Differenze di genere

Persistono differenze di genere nei livelli occupazionali e retributivi. A parità di condizioni, a un anno dal titolo i laureati hanno l’11,7% di probabilità in più di essere occupati rispetto alle laureate; inoltre, a parità di altre condizioni, percepiscono in media 70 euro netti in più al mese rispetto alle donne. Le donne, che pure restano complessivamente in maggioranza (59,7%), diminuiscono nel passaggio dal primo al secondo livello di studi universitari e, ancora di più, nel passaggio al dottorato, nel quale rappresentano il 49,1%.
 

Mobilità per motivi di lavoro: si conferma la maggiore mobilità lungo la direttrice Sud-Nord                     

Dal confronto tra la ripartizione geografica di residenza e quella di lavoro, emerge che nel 2022, complessivamente, la mobilità per motivi di lavoro riguarda il 15,8% dei laureati di primo livello e il 27,0% di quelli di secondo livello occupati a un anno dal conseguimento del titolo. La mobilità per lavoro riguarda soprattutto i residenti nel Mezzogiorno (33,3% per i laureati di primo livello e 47,5% per quelli di secondo livello), mentre è decisamente più contenuta per i residenti al Nord (4,5% e 6,1%, rispettivamente).

Dopo le limitazioni degli spostamenti legate alla diffusione della pandemia da Covid-19, nel 2022 si osserva un aumento della mobilità per ragioni lavorative. Tale incremento è più consistente per i residenti nel Mezzogiorno (nell’ultimo anno oltre 2 punti percentuali), per gli uomini e per quanti provengono da contesti familiari più favoriti.

 

Sintesi del Rapporto 2023

Focus sulla Mobilità territoriale per motivi di studio e lavoro

Comunicato stampa

Consulta i dati:

Convegno 2023

 

Sfoglia la galleria