Dar vita a una squadra che persegue un obiettivo comune, ottenere proposte prive di giudizio e imparare dal fallimento: questo significa investire nella sicurezza psicologica sul lavoro. Un modello autentico, in cui ogni individuo può contribuire al successo e all’evoluzione della società, mettendo in luce le proprie capacità per incrementare la crescita imprenditoriale. Ma cosa significa questo concetto e come si sviluppa concretamente?
Cosa si intende per sicurezza psicologica sul lavoro?
Quando si parla di sicurezza psicologica - o psychological safety - ci si riferisce alla percezione delle persone che lavorano nello stesso luogo di potersi esprimere liberamente, condividendo pensieri, successi e fallimenti senza il timore delle conseguenze. Il termine è stato ideato negli anni Novanta da Amy Edmondson, professoressa alla Harvard Business School, e si applica a tutti quegli ambienti confortevoli che supportano il rischio, oltre allo sviluppo personale e imprenditoriale.
Come costruire la psychological safety in quattro fasi
Elemento cruciale di uno spazio inclusivo, la psychological safety può essere paragonata a un viaggio che viene suddiviso in quattro step principali:
- Inclusion Safety. Si fonda sulla creazione di un luogo di lavoro rispettoso che abbraccia i diversi punti di vista e li sviluppa.
- Learner Safety. Incoraggia i collaboratori ad aprirsi, fare domande e sperimentare, favorendo uno spazio sereno e agevolando il wellbeing aziendale.
- Contributor Safety. Si focalizza sul riconoscimento e il potenziamento delle competenze individuali, orientando gli sforzi verso il successo collettivo.
- Challenger Safety. Invita a condividere idee autentiche e critiche costruttive, allo scopo di sfidare lo status quo. Ogni punto di vista viene considerato, in un’ottica di miglioramento continuo.
Strategie HR per sviluppare la sicurezza psicologica sul lavoro
Non è facile costruire un contesto collaborativo e propenso all’ascolto. La paura di commettere errori, di non essere ritenuti all’altezza o persino demansionati, può trattenere alcuni membri dello staff a partecipare attivamente ai brainstorming con i colleghi e i superiori. Per favorire il concetto di sicurezza psicologica, quindi, HR e leader possono mettere in pratica alcune strategie. Ecco alcuni esempi.
Valutare lo “stato di salute” del team
Analizzare la sintonia del gruppo è un primo passo per individuare ed eliminare i segnali di disagio. Per raccogliere queste informazioni si possono distribuire dei sondaggi in forma anonima, oppure procedere con dei focus group o dei colloqui individuali.
Riunioni e feedback per un dialogo attivo
Illustrare apertamente allo staff come i loro punti di vista possono fare la differenza è essenziale per superare le insicurezze. In questo caso, il ruolo di un feedback strutturato o di riunioni di debriefing, è fondamentale, perché incentivano la condivisione e il miglioramento sia personale che organizzativo.
L’errore e il confronto che portano al successo
La psychological safety si fonda sulla fiducia reciproca e considera gli sbagli come un'opportunità di crescita. Un confronto aperto può essere anche fonte di conflitti e disaccordi, ma l’importante è riuscire a superarli e comunicare correttamente le diverse prospettive.
Promuovere l’ascolto empatico
Mettersi nei panni degli altri incoraggia l'inclusione lavorativa. Durante le riunioni è bene ascoltare attivamente chi esprime il proprio parere, ringraziandolo per la condivisione. Riconoscere il suo sforzo, poi, ne rafforza il merito e l’impegno.
Mostrare le proprie vulnerabilità
Mettersi in gioco, anche quando si è in posizioni apicali dell’impresa, accettando le critiche e condividendo apertamente gli errori, può dare l’esempio al team su come assumersi dei rischi e delle responsabilità sia parte integrante del percorso di crescita.
Chiedere un feedback, senza attenderlo
Invitare i collaboratori a esprimere attivamente il loro parere con domande mirate - come, per esempio, “Cosa ne pensi di questa idea?” oppure “Cosa faresti di diverso?” - è importante per sviluppare il coinvolgimento. Perché tutto questo sia utile, i leader e gli HR devono moderare la discussione e assicurare una comunicazione priva di giudizio.
Creare relazioni sane e sincere
Un’area protetta, in cui le persone si sentono a proprio agio, aumenta la sicurezza psicologica. Per ottenerla, oltre ai feedback costruttivi, possono essere utili attività comuni di crescita, come il team building.
Sicurezza psicologica sul lavoro: i vantaggi per i dipendenti e l’azienda
Secondo la ricerca “A Safe Harbor: Social Psychological Factors Effecting Boundary Spanning in Work Teams”, chi opera in ambienti protetti si sente 3 volte più capace di raggiungere il proprio pieno potenziale e 3,4 volte più stimato rispetto a chi lavora in posti non inclusivi.
Adottare la psychological safety, quindi, amplia il ventaglio di benefici sia per i dipendenti che per l’impresa. Questo modello, infatti:
- favorisce il lavoro di squadra, fermo restando che ciascuna individualità viene sempre apprezzata, rispettata e supportata;
- migliora il processo decisionale, arricchendolo grazie ai differenti punti di vista;
- allena il pensiero creativo e le soluzioni alternative ai problemi;
- sostiene il benessere generale, alleviando situazioni di stress dannose e prevenendo il burnout, per non sentirsi sopraffatti dalle incombenze;
- rafforza l’immagine del business e l’idea che l’impresa sia attenta alle necessità dello staff;
- riduce il turnover, aumenta il grado di soddisfazione e limita il fenomeno della great resignation.
Un approccio che, così strutturato, influisce positivamente sulle dinamiche di gruppo, sulla produttività e sulla soddisfazione delle persone che possono sentirsi parte attiva del cambiamento e dell’innovazione imprenditoriale. Al contrario, in assenza di sicurezza psicologica sul posto di lavoro, si può andare incontro a staticità e demotivazione da parte del team.
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